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Ivrea, “qui niente politica”. Ma è convention M5S

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Sum#01 Capire il futuro

Ivrea, “qui niente politica”. Ma è convention M5S

E' la prima vera convention programmatica, il trampolino dal M5S di lotta al M5S di governo. L'evento di Ivrea “Sum#01 Capire il futuro”, in memoria di Gianroberto Casaleggio e promossa dall'associazione a lui intitolata fondata dalla moglie Sabina e dal figlio Davide, si apre con un video sull'avvenire immaginato dal cofondatore del Movimento, scomparso un anno fa. Un domani trasfigurato dalle tecnologie, il sogno della democrazia diretta che i Cinque Stelle pensano di far diventare realtà.

Casaleggio jr: «Si parla di futuro, non di politica»
«Oggi si parla di futuro, non di politica», precisa Casaleggio jr. Ma a Ivrea ci sono tutti i big del M5S, da Beppe Grillo a Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, da Roberto Fico a Roberta Lombardi. Parlamentari pragmatici e ortodossi, apparentemente riconciliati dall'obiettivo comune dichiarato: andare al governo. E il futuro disegnato dai relatori – in mattinata si è parlato di tecnologie con l'Ad di Google Italia, Fabio Vaccarono, Giorgio Metta dell'Iit di Genova e il tecnologo Giorgio Chiriatti, di sanità con il managing director del San Raffaele Nicola Bedin e con Ermanno Leo dell'Istituto tumori di Milano, di informazione con Enrico Mentana – è strumentale all'azione politica. Sia per i temi (occuparsi del “domani” serve a rafforzare la presa sull'elettorato giovanile, zoccolo duro dei Cinque Stelle) sia per la costruzione della classe dirigente, che resta il vero tallone d'Achille del M5S.

Di Maio e Di Battista: «La Leopolda non c'entra niente»
Molti tra relatori ed esperti sono lontani dall'ortodossia Cinque Stelle. Contaminazioni necessarie, dicono i pentastellati. Rifiutando il paragone con la Leopolda. «Non c'entra niente», afferma Di Maio. «La politica oggi è uno spettatore. La sfida è cambiare la società, le istituzioni sono uno strumento per migliorarla. Qui ci sono le persone che vogliono parlare del futuro di questo Paese. E noi diciamo “chi ci sta” venga a darci una mano. Le persone che sono qui non sono del M5S, hanno la propria indipendenza personale e professionale». Di Battista minaccia addirittura querela per l'accostamento alla kermesse Pd: «Qui cresciamo, parliamo di idee, di soluzioni mentre altri parlano di spartizioni di poteri, di congressi. C'è sempre più consenso intorno a noi, perché parliamo di soluzioni che saranno leggi dello Stato quando saremo al Governo».

Dalle sindache a Colomban. E c'è anche Minenna
In platea gente comune, eletti nazionali e locali – come le sindache Chiara Appendino e Virginia Raggi (stella sempre più appannata, a giudicare dai commenti a microfoni spenti) – con amici ed estimatori di Casaleggio. C'è l'assessore alle Partecipate del comune di Roma, il vero uomo forte della giunta scelto da Milano, Massimo Colomban, forte dell'arrivo nella capitale di Bruno Rota (ex Atm) come direttore generale di Atac.

C'è Antonio Di Pietro. C'è l'ex superassessore al Bilancio del Campidoglio, Marcello Minenna, invitato nonostante l'addio turbolento all'amministrazione Raggi e rimasto nella rosa dei papabili ministri all'Economia in un ipotetico governo M5S.
I pentastellati smentiscono l'ipotesi di Casaleggio candidato premier, a sparigliare le carte. Ma è chiaro che il timone ereditato dal padre è molto più che “tecnico”.

I forfait di Greco e Nespoli
Non tutti hanno aderito all'invito. Il procuratore capo di Milano, Francesco Greco, si è tirato indietro. Troppo alti i rischi di politicizzazione dell'iniziativa. All'ultimo momento ha negato la sua partecipazione l'astronauta Paolo Nespoli. «Spero che non sia potuto venire e che nessuno invece lo abbia impedito», dice sibillino il giornalista Gianluigi Nuzzi, conduttore dell'evento (e marito della responsabile dell'agenzia Visverbi, che ha curato l'organizzazione della kermesse).

Ironia Salvini, Renzi bacchetta i suoi
Gli altri partiti stanno a guardare, ciascuno alle prese con i suoi problemi. Il leader della Lega Matteo Salvini ironizza: «Fanno i “leopoldini”, sono a Ivrea,
spendono tanti soldi. L'amore fra Appendino e Chiamparino, io non disturbo te e tu non disturbi me, proveranno a esportarlo a livello nazionale». L'ex segretario Pd Matteo Renzi bacchetta i suoi: «I Cinque Stelle qualsiasi cosa accada si chiudono a testuggine, mentre da noi il primo che ti pugnala alle spalle è il tuo compagno di partito».

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