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M5S, da Ivrea parte il nuovo corso Elettorato più largo e meno piazze

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la kermesse di casaleggio

M5S, da Ivrea parte il nuovo corso Elettorato più largo e meno piazze

Davide Casaleggio - LaPresse
Davide Casaleggio - LaPresse

Sobrietà, contenuti e «le migliori menti del Paese». Se l’obiettivo voleva essere quello di avvicinare al mondo M5S settori ancora lontani e diffidenti nell’ottica di rincorrere il fatidico 40% alle elezioni, è stato centrato. Ieri all’evento “Sum#01 Capire il futuro” promosso a Ivrea dalla neonata Associazione Casaleggio in ricordo di Gianroberto è andato in scena il nuovo corso del Movimento “di governo”, che non sostituisce ma affianca quello di lotta. Con la politica ufficialmente ai margini, in ascolto: Beppe Grillo in silenzio («È stato meraviglioso», si è limitato a commentare), i parlamentari e le sindache Virginia Raggi e Chiara Appendino in platea. Insieme a imprenditori, manager, giornalisti, lobbisti. Sono loro il target, accomunato dalla curiosità verso i Cinque Stelle.

Il M5S tesse e ricama la sua rete, pronto a organizzare esso stesso convegni, indagini e conferenze. Una strategia meticolosa che procede insieme al programma: la prossima settimana saranno votati online i quesiti sul lavoro. Reddito di cittadinanza il piatto forte, condito con la riduzione dell’orario (la ricetta del sociologo Domenico De Masi), flessibilità pensionistica in uscita, attenzione ai lavori usuranti, sprint agli incentivi alla formazione permanente.

A differenza delle altre kermesse, animate dai “vaffa” e dal tifo da stadio degli attivisti, a Ivrea la musica è cambiata: scenografia sobria, raffica di interventi brevi, relatori di livello. Il modello Ted Conference è chiaro dall’inizio. «Abbiamo realizzato un Ted sul futuro», suggella nelle conclusioni Davide Casaleggio, stratega e insieme testimonial della metamorfosi. Cita Seneca: «Non c’è vento a favore per il marinaio che non sa dove andare». E aggiunge: «Abbiamo avuto alcune delle migliori menti del Paese a parlarci di futuro per riuscire a capire cosa ci aspetta, in che direzione dobbiamo andare».

Sono esplorati tanti futuri, nella città patria dell’Olivetti dove Casaleggio aveva mosso i primi passi. Dalle tecnologie all’ambiente, dalla scienza all’informazione, dalla robotica alla sanità, dal potere all’uomo. Molti i nomi di peso, nonostante i forfait del procuratore capo di Milano Francesco Greco e dell’astronauta Paolo Nespoli: l’Ad di Google Italia Fabio Vaccarono, il direttore del San Raffaele di Milano, Nicola Bedin, il vicedirettore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia, Giorgio Metta. Enrico Mentana invita di nuovo a superare i pregiudizi verso il Movimento. Carlo Freccero elogia la piattaforma Rousseau. Ma non tutti gli scenari sono in linea con le idee pentastellate: Paolo Magri, direttore Ispi e segretario del gruppo italiano della Trilateral Commission (quella che i Cinque Stelle non molto tempo fa definivano “sodalizio paramassonico” ma che era già stata sdoganata da Luigi Di Maio), dipinge un globo stile “Benvenuti al Sud” con un’Italia sempre più debole e marginale e ne perora la permanenza in Europa e nella Nato, pur riconoscendo che vanno riviste. Gli interventi fortemente critici contro Trump si sprecano.

Ma il pubblico applaude, resta composto. «Si fa cultura», dice un senatore pentastellato. Ivrea come una Frattocchie del M5S? «È aperta a tutti, questo fa la differenza». Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sono piccati dal confronto con la Leopolda: «Noi parliamo di idee, di soluzioni mentre altri parlano di spartizioni di poteri, di congressi». Gli ortodossi Roberto Fico e Roberta Lombardi sono entusiasti. L’assessore capitolino alle Partecipate Massimo Colomban, amico di Gianroberto, si muove a suo agio. Invitato anche l’ex superassessore Marcello Minenna, che nonostante l’addio turbolento alla giunta Raggi continua a gravitare nell’orbita.

«Qui niente politica», aveva detto Casaleggio sin dal mattino. Smentite le voci di una sua possibile discesa in campo come candidato premier, sulla squadra di governo si procede con la massima cautela, con qualche preoccupazione tra gli eletti che si sentono minacciati e lungo un doppio binario: di là la piazza, di qua la veste rassicurante che promette di pescare tra le eccellenze. E far dimenticare gli errori di Roma e gli incidenti di Genova.

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