Avrebbe manipolato una intercettazione nel procedimento Consip, così da far avvalorare l’ipotesi che l'imprenditore Alfredo Romeo avesse incontrato Tiziano Renzi. Lo ipotizza la Procura della Repubblica di Roma, che ha iscritto nel registro degli indagati il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, accusato di falso, in quanto l’autore dell'informativa di reato del procedimento Consip. Il militare ieri è stato interrogato dai magistrati di Roma, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.
L’intercettazione manipolata
L’intercettazione nel mirino è quella in cui, stando all’informativa, Romeo riferisce: «Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato», riferendosi a Tiziano Renzi. In realtà l’analisi delle intercettazioni ha consentito di scoprire che quella frase è stata pronunciata da Italo Bocchino, sodale di Romeo, già indagato di traffico di influenze. Si tratterebbe, dunque, di un presunto depistaggio teso a far avvalorare l’ipotesi che Tiziano Renzi e Alfredo Romeo si fossero incontrati.
Pm: da capitano Noe omesse scientemente informazioni
Il capitano del Noe Giampaolo Scafarto è accusato dai pm Mario Palazzi di falso materiale e falso ideologico perché «nella qualità di pubblico ufficiale - si legge nell’invito a comparire - redigeva un’informativa nella quale, al fine di accreditare la tesi del coinvolgimento di personaggi asseritamente appartenenti ai servizi segreti ometteva scientemente informazioni ottenute a seguito di
indagini esperite». Scafarto è uno dei militari impegnati nel recupero, a Roma, di “pizzini” scritti nell’ufficio dell’imprenditore Romeo.
Gli accertamenti sull’informativa
Già ai primi di marzo, il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, aveva deciso di revocare la delega d’indagine ai carabinieri del Noe di Napoli, dopo le numerose fughe di notizie di che aveva caratterizzato l’indagine. Per questo la delega fu affidata ai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma. Gli inquirenti stanno passando al setaccio gli d’indagine dei militari del Nucleo operativo ecologico, al fine di individuare altri presunti falsi nella formazione dell'informativa.
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