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Nella manovrina «stretta» su compensazioni e giochi, apertura sui premi di produttività

La manovrina correttiva che oggi accompagnerà Def e Pnr al consiglio dei ministri poggerà su un ricco capitolo fiscale, che servirà sia a far quadrare i conti (dovrebbe valere in tutto 2,3 miliardi) sia a mettere ordine a una serie di questioni rimaste aperte. In discussione la possibilità di estendere anche alle imprese forme di sgravi fiscali sui premi di produttività, se collegati a forme di partecipazione. Tra le novità spunta un nuovo intervento per contrastare l’utilizzo indebito delle compensazioni tra crediti e debiti fiscali: misura chiamata a rafforzare le entrate, sostenute prima di tutto dal miliardo abbondante atteso dall’estensione dello split payment alle società pubbliche (anche quotate). In campo anche i correttivi per permettere anche agli incapienti di sfruttare i bonus per i lavori in condominio (si veda il Sole 24 Ore di domenica).

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Compensazioni
Sul tavolo c’è l’ipotesi di elevare da mille a 5mila euro il limite delle compensazioni ai fini delle imposte dirette, oltre il quale il meccanismo potrà scattare solo con la presentazione della dichiarazione dei redditi. Se così sarà, significa di fatto “congelare” le compensazioni più ricche nelle imposte dirette per cinque mesi nel 2017 e per nove mesi all’anno dal 2018. In questo modo, le soglie e i vincoli delle compensazioni nelle imposte dirette sarebbero allineati a quelli già in vigore in ambito Iva.

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Giochi
Si alleggerisce la stretta sui giochi, chiamati a portare all’aggiustamento complessivo circa 300 milioni: 110 sono attesi dal ritocco alla «tassa sulla fortuna», con l’aumento dal 6 all’8% del prelievo sulle vincite al Lotto, e dal 6 al 10% per le vincite oltre i 500 euro ottenute con Videolottery, Gratta e vinci e Superenalotto; 80-90 arriveranno dall’aumento dello 0,5% del prelievo erariale unico (Preu) sulle Videolottery; 100 milioni sono attesi dall’aumento dell’1% del Preu sulle New Slot.

Imprese
Due modifiche sono in arrivo sulle agevolazioni di nuova generazione. Una nuova stretta riguarda l’Ace, il regime di favore per la capitalizzazione delle imprese: la base di calcolo dell’incremento dei conferimenti di capitale su cui si calcola l’agevolazione sarà limitata agli ultimi cinque anni, e non partirà dal 2010 come accade ora. Sul regime del Patent Box l’Italia si allinea invece alle richieste Ocse prevedendo l’esclusione dei marchi dall’applicazione del beneficio. Sempre alle imprese interessa la correzione che dovrebbe permettere di ottenere il Durc a chi aderisce alla rottamazione delle cartelle senza aspettare la prima rata.

Liti fiscali
Trova conferma l’idea di «rottamare» le liti fiscali pendenti, con un meccanismo che dovrebbe cancellare tutte le sanzioni e gli interessi a partire dal momento in cui il contribuente ha avviato il contenzioso. In sostanza per chi aderisce all’opzione sarà possibile chiudere i conti versando solo l’imposta accertata dal fisco. Sembra destinata alla cancellazione, poi, la norma che da luglio permetterebbe ai Comuni di affidare a Equitalia accertamento, liquidazione e riscossione spontanea delle entrate locali.

Turn over nei Comuni
Nel corso degli ultimi giorni il decreto con la «manovrina» ha assunto infatti l’aspetto di un omnibus, perché per evitare ingorghi parlamentari dovrebbero essere imbarcate su un unico testo anche le norme del provvedimento in costruzione da settimane per gli enti locali. Su questo versante, la mossa più attesa è quella che amplia le possibilità di assunzioni nei Comuni: l’ultima ipotesi è di triplicare, portandolo dal 25% al 75%, il turn over nei Comuni con più di 10mila abitanti, con un intervento che dovrebbe permettere circa 8mila ingressi in più rispetto a quelli consentiti ora. Ancora in discussione l’ipotesi di portare al 100% il turn over negli enti tra mille e 10mila abitanti, dove oggi è al 75% quando conti e organici sono in ordine, mentre i mini-Comuni, fino a mille residenti, possono già sostituire tutti gli usciti.

Area vasta
A far muovere le macchine del decreto enti locali è stata l’esigenza di aiutare Province e Città metropolitane nel far quadrare i conti, ma solo una frazione dei 900 milioni che mancano all’appello secondo i calcoli di Sose e degli amministratori locali arriverà dal decreto. Per le Province sono in campo aiuti per circa 200 milioni (la metà dei quali come fondi ex Anas per le strade). Per le Città metropolitane una pezza potrebbe arrivare dalla replica della possibilità di utilizzare gli avanzi di amministrazione, che però non rientrerebbero nel pareggio di bilancio. Per Province e Città potrebbe tornare la possibilità di fare preventivi annuali e non triennali.

Terremoto
Sul sisma, oltre al più volte annunciato fondo da oltre un miliardo fra agevolazioni fiscali e interventi per la ricostruzione, si studiano alcune misure ad hoc per i Comuni:  fra queste i rimborsi sulle mancate entrate da Tari e tributi locali, la sospensione dei vincoli del pareggio di bilancio per il 2017-18 o la possibilità di escludere dai vincoli di finanza pubblica le spese finanziate con donazioni.

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