Riforma radicale della Nato o l’Italia uscirà. Alleanza con i Paesi del Sud per cambiare l’Ue e «superare definitivamente le politiche di austerità e rigore legate alla moneta unica». Ritiro immediato delle sanzioni alla Russia, considerata partner chiave per la lotta al terrorismo. Smantellamento del Fondo salva-Stati e della Troika. Stop anche a Ttip e Ceta, e ai trattati «che mettono a rischio i diritti dei lavoratori, i diritti sociali, la preservazione dell’ambiente, della biodiversità e delle risorse territoriali».
Presentato ieri alla Camera
Il programma esteri del M5S, votato dagli iscritti e presentato ieri alla Camera, è un inno alla sovranità (e al sovranismo), inserito in una strategia multilaterale fluida, che include la Russia e la Siria di Assad passando per il riconoscimento della Palestina «secondo i confini del ’67» e il ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Lo ha spiegato Alessandro Di Battista: «Il Movimento è nato per portare avanti il concetto di sovranità: politica, energetica, alimentare e internazionale. Non è né filo-Trump né filo-Putin. È con gli italiani, contro la guerra».
Nel mirino le forze sovranazionali
Nel mirino finiscono dunque le forze sovranazionali che hanno smarrito direzione ed efficacia, dall’Unione europea («Non siamo noi il pericolo, si sta smantellando da sola) all’Onu. «Il M5S non vuole isolarsi», ha precisato Di Battista: «La parola protezione non vuol dire isolamento».
È il deputato Manlio Di Stefano, in pole position come ministro degli Esteri nella squadra di governo che il Movimento sta mettendo a punto, ad aver lavorato in questi anni per tessere i fili con Mosca. «Le sanzioni – ha ripetuto – sono un problema che ostacola la capacità economica del nostro Paese». È sempre lui a ventilare l’addio alla Nato se non sarà ripensata. Anche dalle scelte sbagliate dell’Alleanza atlantica in Nordafrica, per i pentastellati, è dipeso l’aumento dei flussi migratori. Sull’immigrazione sarà presentato un piano ad hoc, che servirà anche politicamente a misurare le distanze con la Lega, l’altra forza sovranista che contende elettori al M5S. Per ora Di Battista si è limitato ad attaccare: «L’immigrazione è un business per qualche forza politica». Nessun dettaglio sull’uscita dall’euro o sull’ipotesi della moneta fiscale, che pure era stata ventilata da uno degli esperti consultati sugli esteri. «Ne parleranno i colleghi della commissione Finanze», hanno tagliato corto i parlamentari.
I dubbi e le critiche
Le critiche non si sono fatte attendere. Andrea Mazziotti (Civici e Innovatori) parla di «annunci da bar dello sport»: «Manco sanno cosa è la Troika. E il Fondo salva-Stati che vogliono abolire è stato il più grande successo ottenuto dai Paesi del Sud Europa». «Programma protezionista, sovranista, dunque neonazionalista», dice Benedetto Della Vedova: «La copia anacronistica di quello degli “amici di Mosca” durante la Guerra Fredda».
Mentre sul blog di Grillo parte la discussione sul programma trasporti, a Montecitorio il clima resta teso per i tre deputati indagati per il caso firme false a Palermo, tra i 14 per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Non è ancora arrivata l’autosospensione dal gruppo M5S di Claudia Mannino, che dopo quella di Riccardo Nuti e Giulia Di Vita, disinnescherebbe la mina della votazione chiesta da Grillo. Dunque l’assemblea potrebbe riunirsi soltanto per lei. Trovata, invece, la faticosa quadra a Parma: nella guerra intestina l’ha spuntata, senza comunarie ma con l’autorizzazione dei vertici, il meetup Amici di Beppe Grillo con il candidato Daniele Ghirarduzzi. Sarà lui a provare a sfidare il sindaco uscente ex Cinque Stelle Federico Pizzarotti. Una strada tutta in salita.
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