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Migranti, le Ong reagiscono indignate. Cei: «Accuse ipocrite e…

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M5s all’attacco

Migranti, le Ong reagiscono indignate. Cei: «Accuse ipocrite e vergognose»

Le Organizzazioni non governative reagiscono con indignazione alle accuse del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, sul ruolo di alcune ong attive nel salvataggio dei migranti nel mar Mediterraneo. Dopo la difesa di ieri dell’ex premier Matteo Renzi, oggi sono scesi in campo anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando e la Cei. In serata, dopo che dal blog di Grillo si torna a chiedere «tutta la verità sul ruolo delle Ong», Di Maio controreplica: «Chi reagisce chiudendosi a riccio o minacciando evidentemente ha qualcosa da nascondere».

Cei: accuse ipocrite e vergognose
«Fermo restando che queste accuse debbano trovare dei riscontri che finora non ci sono stati. Credo che queste accuse abbiano dietro una visione ipocrita e vergognosa di chi non vuole salvare in mare persone in fuga e di chi non vuole fare canali umanitari attraverso i quali le persone potrebbero arrivare in sicurezza, combattendo così ciò che va combattuto realmente: il traffico di esseri umani che finanzia il terrorismo». Lo ha detto il direttore di Migrantes (Cei), mons. Giancarlo Perego, a Tv2000, sulle polemiche relative alle Ong.

“Polemica strumentale che nasconde le vere responsabilità di istituzioni e politiche, che hanno creato questa crisi umanitaria lasciando il mare come unica alternativa e hanno fallito nell’affrontarla e nel fermare il massacro”

Medici senza frontiere 

Msf: indignati, reagiremo
L’organizzazione medico-umanitaria Medici senza frontiere si è detta «indignata per i cinici attacchi al lavoro delle ong in mare da parte di alcuni esponenti della politica, che hanno visto nelle ultime ore un crescendo di veleni e false accuse» e ha annunciato che «valuterà in quali sedi intervenire a tutela della propria azione, immagine e credibilità». Per Msf si tratta di una « polemica strumentale che nasconde le vere responsabilità di istituzioni e politiche, che hanno creato questa crisi umanitaria lasciando il mare come unica alternativa e hanno fallito nell'affrontarla e nel fermare il massacro». E ribadisce che se ci fossero canali legali e sicuri per raggiungere l'Europa le persone in fuga non prenderebbero il mare e si ridurrebbe drasticamente il business dei trafficanti e che se ci fosse un sistema europeo di aiuti e soccorsi in mare non ci sarebbe bisogno delle ong».

I soccorsi sono coordinati dalla Guardia costiera italiana
Msf ha anche ribadito che i soccorsi avvengono sotto il coordinamento e le indicazioni della Guardia Costiera italiana e che le ong non ricevono telefonate dirette dai trafficanti. Ha spiegato che le ong lavorano in acque internazionali e solo in pochi casi eccezionali, in presenza di naufragi imminenti e sotto autorizzazione delle autorità competenti, sono entrate in acque libiche. La Ong ha anche ricordato che il lavoro di Msf in mare è sostenuto esclusivamente da fondi privati, ma anche che non ci sono prove che i soccorsi siano un fattore di attrazione. Per Msf le persone disperate, torturate, afflitte da guerre, persecuzioni e povertà continueranno a partire. E fino a quando non verranno garantiti canali legali e sicuri per arrivare in Europa i migranti continueranno a rischiare e perdere la propria vita nel Mediterraneo. Medici senza Frontiere esporrà il proprio punto di vista alle istituzioni il 2 maggio, nel corso di un’audizione alla Commissione Difesa del Senato.

Save The children: la nostra missione è salvare i bambini
Indignata anche la reazione di Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia: «Le operazioni della nostra nave avvengono sotto il coordinamento della Guardia Costiera italiana e respingiamo con forza ogni accusa della più minima connessione con i trafficanti. La 'Vos Hestia' opera solo in acque internazionali e non è mai entrata in acque libiche». Neri ha anche ricordato che la missione di Save the Children «è quella di salvare i bambini e non possiamo rimanere a guardare mentre affogano». Ha ringraziato il premier Paolo Gentiloni che ha invitato a «non criminalizzare in maniera generalizzata Ong che da molti anni aiutano la gente a sopravvivere in tutte le parti del mondo». Quanto ai finanziamenti, ha precisato Neri, «c’è tanta gente, dall’Italia all’America a Hong Kong che non sopporta di vedere affogare le persone. Si rende conto delle problematiche dell'accoglienza in Europa ma anche del dramma di queste centinaia di migliaia di persone chiuse tra due inferni, quello del Sahara e quello della Libia, e dà il suo contributo con donazioni alla nostra causa».

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