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Crisi Alitalia, Galantino (Cei): dietro i numeri ci sono i…

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la posizione dei vescovi

Crisi Alitalia, Galantino (Cei): dietro i numeri ci sono i lavoratori e le famiglie

«La crisi dell’Alitalia è una situazione grave e auguriamo una soluzione positiva e concreta, ma credo sia necessario il coraggio di rileggere a fondo tutta la vicenda, andando indietro nel tempo, capire le scelte del passato, che sono alla base della situazione odierna. A partire dal rifiuto della acquisizione (nel 2008, ndr) da parte di Air France-Klm in nome della difesa dell’italianità». Il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, commenta le ultime fasi della crisi della compagnia aerea all’indomani della vittoria del No al referendum tra i lavoratori sul piano di risanamento. «Anzitutto bisogna chiedersi cosa c’è dietro il loro no....Non ho gli strumenti - ha detto Galantino - per poter commentare o su cosa possa fare il governo, ma esprimo l’augurio che si affronti la vicenda con la consapevolezza che dietro i numeri ci sono le persone, le famiglie».

Per Galantino «oggi è difficile scegliere tra lavoro, dignità del lavoro, modalità di lavoro e soprattutto c'è bisogno di trovare gente che abbia voglia di investire su questo: non è soltanto il Governo» a doversene fare carico. Quindi «parlare solo di Alitalia sarebbe riduttivo: le percentuali dicono di molti più lavoratori in difficoltà», ha aggiunto il segretario generale della Cei, e «al di là dei numeri sono le vite concrete delle persone che devono stare a cuore a tutti noi».

«1 Maggio è la festa anche di chi non ha un lavoro»
Galantino ha espresso queste parole nell’ambito della presentazione del messaggio della Cei per la giornata del 1 maggio e sul tema del lavoro che sarà al centro della 48esima settimana sociale dei cattolici che si terrà a Cagliari il prossimo ottobre. «Il 1 maggio è la festa dei lavoratori ma anche di chi il lavoro non ce l’ha» ha detto Galantino, accompagnato dal vescovo di Taranto, Filippo Santoro, e dal direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti, rispettivamente presidente e vice del comitato organizzatore delle settimane sociali.

I danni della «finanziarizzazione» dell’economia
«Se il lavoro oggi manca - ha aggiunto Galantino - è perché veniamo da un’epoca in cui questa fondamentale attività umana ha subito una grave svalorizzazione. La finanziarizzazione dell’economia con lo spostamento dell'asse degli interessi dal profitto derivante da una produzione in cui il rispetto del lavoratore era imprescindibile alla crescita dei vantaggi economici provenienti dalla rendite e dalle speculazioni, ha reso il lavoro quasi un inutile corollario».

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