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Alitalia, Calenda: «Se fallisce, shock per il Pil». E…

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Alitalia, Calenda: «Se fallisce, shock per il Pil». E critica i vertici della compagnia

  • – di Redazione Online

«Non possiamo pensare che chiunque arrivi considererà normale continuare a perdere dei soldi. Comunque ci saranno delle manovre di ristrutturazione. E questo è importante dirlo perché noi pensiamo sempre ci sia la possibilità di fare le cose senza pagare il conto». Lo ha detto il ministro dello sviluppo Carlo Calenda parlando di Alitalia a “L'intervista” di Maria Latella su SkyTg24. «C'è un ventaglio di possibilità, io spero che chi arrivi compri non lo spezzatino ma l’insieme dell'azienda, ma lo farà chiedendo delle condizioni», ha aggiunto il ministro, che ha voluto evitare di fare ipotesi su potenziali acquirenti. Calenda è tornato poi a scagliarsi contro i vertici della compagnia, che da martedì lasceranno il posto ai commissari: l'a.d. Cramer Ball, ma anche il numero uno di Etihad James Hogan, non solo hanno sbagliato il modello di business, ma il loro approccio «un po' arrogante non ha giovato a nessuno, nemmeno all’esito del referendum».

Calenda: immorale punire i contribuenti
Il ministro ha ribadito inoltre l’indisponibilità del governo all’ipotesi del salvataggio pubblico tramite nazionalizzazione della compagnia, perché se è vero che «Renzi ha detto una cosa giusta nel sostenere che è allucinante punire i lavoratori per il no al referendum» sul piano industriale, «sarebbe allucinante e immorale punire i contribuenti dopo i 7,5 miliardi» di soldi pubblici versati in Alitalia.

«Lavoro commissari complesso, non a costo zero»
Per Alitalia il commissariamento si avvicina e la nomina di Luigi Gubitosi appare ormai certa, anche se non è stata confermata da Calenda a Skytg24 (« lo decideremo insieme con il Governo la prossima settimana»). Martedì 2 maggio l’assemblea dei soci si riunirà per confermare che sono venute meno le condizioni per ricapitalizzare la compagnia. Subito dopo il Cda delibererà la richiesta al Mise di ammissione all’amministrazione straordinaria. Il ministero dello Sviluppo economico, a stretto giro, nominerà con un decreto il commissario o i commissari per attuare il piano di risanamento per il ripristino dell’equilibrio economico-finanziario, con la cessione di attività o del complesso dell'azienda. Per Calenda quello che aspetta i commissari che guideranno Alitalia è «un processo lungo ma non troppo, perché non vogliamo metterci più soldi come prestito ponte per farla funzionare, complesso e non a costo zero».

«Se Alitalia fallisse sarebbe shock per Pil»
Quello che sembra certo per il governo è che «non si può far fallire Alitalia dalla mattina alla sera» perché, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico «non avremmo più collegamenti aerei per una parte significativa del Paese. E non ci sarebbero subito altre aziende pronte a prenderli. Ci sarebbe un periodo in cui questi collegamenti sono staccati. L’insieme di questo sarebbe uno shock per il Pil molto superiore allo scenario cui stiamo guardando, cioè un breve periodo di 6 mesi coperto da un prestito ponte del Governo in maniera da trovare un acquirente».

Verso il prestito ponte da 400 milioni
Il governo sta preparando il decreto per il prestito ponte da circa 400 milioni, che potrebbe essere inserito nella manovra all'esame della Camera: con Bruxelles si è concordato che il prestito avverrà a tassi di mercato per un periodo limitato (6 mesi), per assicurare la continuità aziendale durante il commissariamento. Ciò significa che non servirà il via libera della Commissione europea (previsto invece quando la procedura adottata ricade tra gli aiuti di Stato), ma sarà sufficiente una semplice notifica del governo. Le risorse, così, arriveranno più velocemente ad Alitalia che ha un urgente bisogno di liquidità.

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