Il no del Comune di Roma guidato da Virginia Raggi alla candidatura per le Olimpiadi del 2024 resta una «ferita aperta» che «il nostro mondo non capirà mai». Riportare i Giochi olimpici nella capitale italiana dopo l’edizione epocale del 1960 sarebbe stato per Giovanni Malagò un risultato straordinario. Non c’è riuscito, nonostante si sia battutto con tutti i mezzi che il suo ruolo di presidente del Coni gli consentivano. Un impegno che gli è stato riconosciuto dal mondo dello sport, che lo ha scelto per il secondo mandato alla guida del Comitato olimpico nazionale italiano: dei 75 aventi diritto, appena due schede sono andate al suo rivale, l’ingegnere 78enne Sergio Grifoni.
Arrivato da «outsider» alla guida del Coni (con 40 voti contro 35 sconfisse il favoritò Raffaele Pagnozzi) Malagò in questi anni ha messo a frutto le sue capacità relazionali coltivate in quasi venti anni da presidente del Circolo Canottieri Aniene (ha lasciato l’incarico nel 2016 ma resta come presidente onorario). Un luogo tante volte descritto nelle cronache economiche e finanziarie perché considerato «la più formidabile concentrazione di upper class della capitale» (Alberto Statera, Repubblica). Una camera di compensazione del potere capitolino frequentato da avvocati, magistrati, manager
pubblici, diplomatici e dove Malagò ha fatto incontrare i big della politica, dell’economia e della finanza. Non solo cittadina. Un moltiplicatore di relazioni che alimenta la sua inesauribile «voglia di coltivare contatti sociali» e gli permette di fregiarsi di amicizie trasversali: da Walter Veltroni (che nel 2003 da sindaco lo scelse come consigliere d’amministrazione dell’Auditorium di Roma e venne al circolo Aniene per presentare il suo romanzo La scoperta del’alba) a Gianni Letta, ambasciatore berlusconiano e maestro insuperato delle relazioni bipatrisan e suo nume tutelare.
Ma pure con il Movimento5 Stelle che amministra la città, dopo lo “sgarbo” della retromarcia sulle Olimpiadi, Malagò ha saputo riallacciare buoni rapporti. Platealmente, con il baciamano alla sindaca Raggi nei giorni successivi allo stop alla candidatura a Roma 2024. E sottotraccia: a marzo Marcello De Vito, presidente M5S del consiglio comunale, era tra gli ospiti di un convegno organizzato proprio nel circolo Aniene.
Ma l’ascesa di Malagò - 58 anni, madre cubana, diploma scientifico al Collegio San Giuseppe e laurea in economia e commercio, due figlie gemelle avute con l’attrice Lucrezia Lante della Rovere - parte da altro luogo di Roma più lontano dal Tevere: via Pinciana, strada della “Roma bene” davanti a Villa Borghese. Qui ha sede la concessionaria Sa.Mo.Car. S.p.A (gruppo Samofin S.p.A, società di cui Malagò è amministratore delegato), fondata dal padre Vincenzo, cavaliere del lavoro, che i romani non possono non notare perché in vetrina espone scintillanti auto di lusso. Bmw, Jaguar. Ma soprattutto Ferrari. Un luogo strategico in cui nasce il rapporto con la famiglia Agnelli. Diventa prima amico di uno dei figli di Susanna, Lupo Rattazzi (di cui è socio dal 2008 in GL Investimenti e che ha partecipazioni in Acea, Iren, Terna, Eni, A2A, Azimut, Banca Generali e Banca Finnat); poi entra in contatto con l’Avvocato di cui, si racconta, diviene presto destinatario di telefonate mattutine in cui il patron Fiat gli chiedeva notizie sulla Capitale.
In questo contesto “sabaudo” nasce un altro legame importante, quello con Luca Cordero di Montezemolo (arrivato all’Avvocato sempre attraverso l’amicizia con Lupo Rattazzi). Insieme all’ex presidente Ferrari sono soci al 50% nella Mo.Ma. Italia srl, Mo.Ma. Italia srl (nautica). Ma la sua vasta rete di contatti porta Malagò a ricoprire anche altri ruoli in aziende: tra l’altro è stato nel Cda di Air One SpA di Carlo Toto (socio del Circolo Aniene) e Unicredit ed è advisor per l’Italia di HSBC.
Il rieletto presidente del Coni è stato anche azionista dell’As Roma. La sua vera passione è la “Magica” e negli anni ha coltivato un’amicizia con Francesco Totti (ospite nella sua casa sulla spiaggia di Sabaudia e sul suo yacht) fino a trovare il tempo di farsene quasi portavoce in questi giorni in cui pure era impegnato per la rielezione al Foro Italico. «State pur tranquilli - ha detto Malagò dopo l’annuncio fatto dalla società giallorossa che quello in corso è l’ultimo campionato per il fuoriclasse romano - che al momento opportuno, senza dare una scadenza, Totti esternerà delle posizioni». Del resto Malagò lo ha ammesso: «Non lo so ogni quanto penso alla Roma, non l’ho mai cronometrato. Ma una cosa è certa: come posso, ci penso».
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