Genova, l’antica Superba delle Repubbliche marinare, oggi sempre meno in sintonia con la passata grandeur ma alle prese con una realtà fatta di industrie decimate e attività commerciali che abbassano le saracinesche, si prepara al voto amministrativo del prossimo 11 giugno con ben nove candidati alla carica di sindaco.
Elezioni con incognita
Storicamente governata dal centrosinistra, oggi la città sembra essere giunta a un momento topico della sua vicenda politica. Il sindaco uscente, Marco Doria, ha deciso di non correre per un secondo mandato, con silenziosa soddisfazione dei partiti di sinistra (Pd compreso) che lo avevano appoggiato. E la Regione, dopo i due precedenti mandati targati Pd, è guidata da una giunta di centrodestra governata da uno degli esponenti di punta nazionali di Forza Italia: Giovanni Toti.
Battaglia a 5 stelle
Il capoluogo è anche la città natale di Beppe Grillo, che ha sparigliato la politica nazionale ma, nemo profeta in patria, a Genova ha rischiato di ritrovarsi candidato a sindaco l’esponente di una corrente dissidente del Movimento 5 stelle: Marika Cassimatis. La quale ora corre con la sua lista, mentre a candidarsi per il M5s è Luca Pirondini.
Le questioni da risolvere
Restano, sul tavolo della città, le questioni che le giunte comunali precedenti non sono riuscite a risolvere: il lavoro, che diminuisce e tende a diventare sempre più precario, di pari passo con le aziende che chiudono; il turismo, che mostra segni di ripresa ma ancora deve migliorare in modo deciso l’accoglienza; il commercio fortemente penalizzato dalla crisi degli ultimi anni; la valorizzazione dell’industria hi-tech, che è una delle risorse della città ma con aziende piccole e frammentate; il rapporto tra città e porto.
I traffici portuali
Lo scalo della Lanterna è una delle grandi risorse genovesi ma si scontra da anni con problemi legati alla logistica delle merci movimentate (in attesa del terzo valico ferroviario verso Rotterdam) e agli scarsi spazi a disposizione, sempre meno adeguati ai traffici delle grandi portacontainer costruite negli ultimi anni.
La corsa del centrosinistra
Proprio sul porto e sull’industria tecnologica si incentra il programma di Gianni Crivello, assessore alla Protezione civile della giunta Doria; l’uomo che Pd e Mdp vogliono sindaco. Crivello vede Genova come «una città che deve ancora esprimere tutto il suo potenziale di modernità. E che deve rompere l’isolamento logistico» ma anche attrarre «nuove competenze lavorative», diventando, sempre di più, «oltre che città d’arte anche città universitaria e dei saperi». Insomma, un programma che promette cose non molto diverse da quelli dei suoi predecessori.
Un manager per il centrodestra
Marco Bucci, candidato del centrodestra, a lungo manager alla Eastman Kodak e in altre multinazionali principalmente americane, ha aperto la sua campagna promettendo (non senza destare più d’una perplessità) 30mila posti di lavoro in cinque anni a Genova. Secondo lui è possibile ottenerli puntando in particolare su tre assi: porto e logistica, turismo, industria. Quest’ultima soprattutto hi-tech, favorita dal completamento del polo tecnologico di Erzelli. «Se cresceranno questi tre settori – afferma – crescerà anche il commercio di strada, che riqualifica i quartieri».
La sfida pentastellata
Luca Pirondini, professore d’orchestra, è il candidato ufficiale del M5s. Per lui, che sottolinea come Genova sia stata «amministrata per 40 anni, e male, dalla stessa parte politica » occorre «investire, per creare nuovi posti di lavoro, sul turismo, sulla cultura e la storia di Genova, sull’industria green economy, sull’industria hi-tech». E poi tagliare «gli sprechi delle società partecipate e della pubblica amministrazione per trovare le risorse che servono per mantenere pubblici i servizi essenziali».
I dissidenti
Ma la corsa di Pirondini deve fare i conti con alcuni dissidenti del M5s: la Cassimatis, insegnate, che individua «nei plessi scolastici il presidio adeguato per il rilancio e la valorizzazione del territorio» E Paolo Putti (lista Chiamami Genova), già capogruppo del M5s in Comune, il quale vuole che Genova diventi «terreno fertile per Pmi hi-tech» e punti su turismo, servizi e cultura.
L’outsider
Il primo a scendere in campo a Genova, però, è stato Arcangelo Merella, già assessore alla mobilità della giunta Pd di Pericu. Sostenuto dalla lista Ge9si, ha presentato un programma (anche in genovese) in nove punti. Il suo appoggio potrebbe essere di peso al ballottaggio.
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