Cinque anni fa era un eroe del Movimento 5 Stelle: fu il primo, infatti, a diventare sindaco in una città capoluogo. Oggi, dopo aver lasciato il M5s in polemica feroce con Grillo e i suoi metodi, Federico Pizzarotti ne è uno dei principali nemici. L’11 giugno la decisione se confermarlo o meno dopo cinque anni di governo della città toccherà solo alla gente di Parma. Ma la sfida fra il Movimento e il suo più grande eretico finirà per fare di quella parmigiana una sfida il cui interesse travalica i confini cittadini.
Il test di Effetto Parma e le difficoltà di M5S
Dei tre poli che caratterizzano la geografia della politica italiana, nessuno, a Parma, parte favorito. Il punto di riferimento, infatti, sarà il sindaco uscente, che si ripresenta sotto le insegne della sua lista civica, “Effetto Parma”, che raccoglie la stragrande maggioranza dei suoi compagni di avventura di cinque anni fa e qualche new entry, chiedendo ai suoi concittadini di permettergli di continuare il cammino intrapreso e assicurando di non avere nessuna velleità nello
scenario nazionale. Gli altri lo rincorrono, puntando al ballottaggio.
Particolarmente interessante sarà osservare il risultato del Movimento 5 Stelle che, dopo qualche titubanza, ha deciso di affidarsi a Daniele Ghirarduzzi: sono pochissimi, però, quelli del nucleo originario che lo hanno seguito.
Il centrosinistra punta sulla società civile
Il centrosinistra, che non governa Parma da quasi vent’anni e che non ha ancora smaltito le scorie della sconfitta di cinque anni fa in un’elezione che pareva già vinta, ha fatto le primarie nelle quali ha prevalso Paolo Scarpa, un candidato
civico sostenuto dal Pd e da due liste civiche che pescano nella società parmigiana: fra gli altri, al suo fianco, c’è anche Gerardo Laguardia, ex capo della procura parmigiana che ha coordinato le inchieste Parmalat e quelle che hanno portato alla caduta dell’amministrazione Vignali.
Il centrodestra si affida a una candidata leghista
Il centrodestra paga ancora gli effetti delle inchieste che hanno posto fine alla sua stagione di governo, ma anche di cinque anni di assoluta marginalità nella scena politica cittadina. Per risollevarsi ha deciso di affidarsi alla trazione
leghista e a Laura Cavandoli, candidata indicata da Matteo Salvini, ma sostenuta anche da Forza Italia.
Completano la griglia di partenza Laura Bergamini (Partito Comunista), Luigi Alfieri (Parma non ha paura), Pia Russo (La Nuova Voce di Parma), Filippo Greci (Siamo Parma), Ettore Manno (Pci e Prc) ed Emanuele Bacchieri (Casapound).
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