Parma si è trasformata in questa tornata elettorale nel banco di prova per misurare la portata del progetto civico alternativo ai Cinque Stelle “Effetto Parma”, lanciato dal sindaco uscente Federico Pizzarotti dopo la defenestrazione dal movimento grillino. E dopo cinque anni di amministrazione in cui, a prescindere dalle critiche che lanciano i dieci sfidanti della campagna ducale, l’ex consulente elettronico è riuscito a riportare in carreggiata i conti del Comune. Un “Effetto Parma” che ambisce a diventare laboratorio di un “Effetto Italia” e che ruota attorno a un programma di 250 proposte firmate da Pizzarotti sotto lo slogan “Parma, città in cammino”: dagli incentivi per la riapertura dei negozi sfitti in centro città all’obiettivo di un milione di turisti sul terreno dell’economia; dai 50 chilometri di nuove piste ciclabili alla realizzazione del cosiddetto parco della confluenza Parma-Baganza nel Montanara in tema di sostenibilità; dal reddito minimo garantito sotto i 3mila euro di Isee all’assistenza condivisa in campo sociale.
Le controproposte di destra per il decoro
È un programma ingombrante quello civico predisposto dagli ex grillini, che la candidata del centrodestra, la bionda Laura Cavandoli, e l’esponente del Pd Paolo Scarpa – i due avversari più quotati del sindaco uscente nell’ipotesi di ballottaggio - sviscerano partendo dai temi a loro più cari: la sicurezza per l’area leghista da cui proviene Cavandoli, il sociale per la sinistra. «Sicurezza e degrado sono al primo posto tra le nostre priorità, seguite dal lavoro e dalla centralità di famiglie e cittadini parmensi», spiega Cavandoli. «I problemi dell’abusivismo, dello spaccio e della prostituzione sono sotto gli occhi di tutti i parmigiani – sottolinea – e non serve far girare le pattuglie adesso che siamo in campagna elettorale per risolvere la questione. Dobbiamo potenziare le forze dell’ordine e creare un tavolo di coordinamento per garantire un monitoraggio costante delle strade di Parma 24 ore su 24. Così come bisogna eliminare dalle vie del centro storico il sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti, uno spettacolo indecoroso e pericoloso anche dal punto di vista sanitario». Un binomio bellezza-sicurezza che ricorre in realtà nelle proposte di tutti gli 11 candidati.
La via del Pd passa dal sociale
Lavoro, welfare, inclusione, educazione: sono queste le parole chiave che guidano il programma del candidato di sinistra Paolo Scarpa, che rimarca la necessità di «migliorare la sinergia tra pubblico e privato nel terzo settore per eliminare la competizione al ribasso nei servizi alla persona. Così come è sull’integrazione in logica di sussidiarietà che bisogna investire per risolvere il problema della povertà, inaccettabile in una città ricca come è Parma. Abbiamo 11mila persone in condizione di indigenza –aggiunge - 13mila anziani soli e 1.400 famiglie in attesa di assegnazione di una casa». Pure sul tema immigrazione le posizioni di Scarpa di fatto convergono con quelle del sindaco uscente: controlli più severi per garantire l’accoglienza solo agli aventi diritto puntando su un modello distribuito dell’accoglienza per evitare ghettizzazioni, promuovendo inserimento lavorativo e integrazione culturale. In un città dove vivono già oggi quasi 30mila stranieri, il 15% della popolazione, «dobbiamo però modificare i coefficienti delle case popolari per tutelare i cittadini parmigiani e intervenire per ridurre il 30% di disoccupazione giovanile, prima di destinare risorse agli emigrati», ribadisce la candidata leghista.
Infrastrutture e commercio viaggiano assieme
Pizzarotti ha chiuso al traffico il cuore della città ducale, la destra vuole ridimensionare le Ztl per risolvere i disagi alla circolazione e, soprattutto, per riattivare il commercio e la socialità in centro. Pizzarotti invece, per stimolare nuovi insediamenti produttivi e il piccolo commercio in centro (e quindi la creazione di posti di lavoro) promette incentivi triennali per alleggerire il fisco su chi torna a popolare le vie storiche, puntando su pedonalizzazione, mobilità dolce e nuove convenzioni con i parcheggi per chi arriva in auto. Ma anche vie di accesso alla città più scorrevoli: dal rilancio dell’aeroporto Giuseppe Verdi al nodo autostradale (con un punto di interscambio tra casello, parcheggio scambiatore, accessi al polo fieristico e alla città) fino alla nuova Pontremolese. Implementando i servizi (anche tecnologici) per i turisti, con l’obiettivo di portare a Parma un milione di visitatori l’anno entro il 2022, termine del mandato.
La cultura e la musica sono il driver del cambiamento
Su un punto tutti gli sfidanti della città ducale concordano: il patrimonio culturale e musicale di Parma va valorizzato economicamente molto meglio di quanto fatto fin qui, a partire dal Teatro Regio e dal Festival di Verdi (che la Regione Emilia-Romagna sta già sponsorizzando oltreconfine da inizio anno durante le missioni istituzionali). La proposta del Pd - che manca da 19 anni da piazza Garibaldi - è azzerare i bandi per la gestione dei teatri per spingere i soggetti della cultura parmigiana a creare stagioni artistiche integrate e sinergiche. Pizzarotti per alzare l’asticella propone tournée mondiali e coproduzioni del Regio con i grandi teatri del pianeta, ma anche la creazione di un Parco della Musica. Una Parma bella e attrattiva per il turismo internazionale deve continuare a fare gioco di squadra – ribadisce Pizzarotti - per coniugare con l’arte anche la straordinaria vocazione e tradizione alimentare sfruttando come city brand il riconoscimento Unesco del 2015 di “città creativa della gastronomia”.
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