Abbonamenti parametrati all'Isee. Che, tradotto in pratica, vuol dire che chi ha redditi più elevati potrebbe iniziare a pagare di più per autobus e metropolitana. È questo il senso di uno degli emendamenti alla legge di conversione della manovrina votati dalla commissione Bilancio della Camera: con i nuovi contratti di programma i sistemi tariffari andranno rivisti, guardando ai livelli reali di servizio e anche a quanto costa il trasporto pubblico in altri paesi europei. Tutti principi che vanno nella direzione indicata dall'Autorità dei trasporti.
Cantiere aperto per le tariffe
La norma, inserita nel pacchetto dedicato al Tpl, prevede che le Regioni e i Comuni dovranno lavorare sulle tariffe per renderle più efficienti e migliorare i livelli di copertura dei costi operativi con i ricavi da traffico. Un sistema di biglietti e abbonamenti più efficace, insomma, può servire ad aumentare le entrate degli operatori, abbassando il carico sulle finanze pubbliche.
Abbonamenti più alti per i redditi elevati
Per raggiungere questo obiettivo, con i nuovi contratti di servizio le tariffe e gli abbonamenti dovranno tenere conto di alcuni principi. Tra i quali spicca «l'applicazione dell'indicatore della situazione economica equivalente»: in sostanza, per la sottoscrizione degli abbonamenti si guarderà anche all'Isee. Cioè, chi ha un reddito più alto potrebbe iniziare a pagare di più. Ma non solo. Per calcolare le tariffe bisognerà guardare anche ai livelli di servizio e alla “media dei livelli tariffari europei”. Come è noto, infatti, le tariffe italiane sono tra le più basse d'Europa.
Cosa dice l'Autorità dei trasporti
Biglietti e abbonamenti, quindi, dovranno seguire le indicazioni dell'Autorità dei trasporti e diventare più adattabili alla situazione economica del singolo cittadino. L'Art, infatti, ripete da anni che nel nostro sistema di tariffazione andrebbe introdotta una maggiore differenziazione. Meglio, cioè, in certi casi pagare prezzi più alti, a fronte di un servizio migliore e di una vasta tutela per tutte le fasce di domanda più debole.
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