Il Comune di Monza va al rinnovo con Forza Italia e Lega uniti che proveranno a strappare la città al sindaco Pd uscente Roberto Scanagatti, che ha perso l’appoggio dell’ala sinistra della sua coalizione. L’obiettivo è ripetere quello che già riuscì al centrosinistra nel 2012, quando la coalizione unita riuscì a strappare il municipio al centrodestra lacerato dallo scontro tra Fi e Lega.
Scanagatti (Pd) perde l’appoggio della sinistra
Roberto Scanagatti, 63 anni, è una figura politica di lungo corso a Monza, fin da quando nel 1992 è stato eletto in consiglio comunale con l’allora Pci. Pur avendo votato Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, non è un renziano della prima ora, anche se ha condiviso l’idea di rinnovamento portata avanti dall’ex sindaco di Firenze. Nel 2012 è stato eletto sindaco di Monza al secondo turno, con l’appoggio di un’ampia coalizione, comprendente oltre al Pd anche Sel, Rifondazione comunista e l’Italia dei valori. Questa volta Scanagatti dovrà fare a meno dell’ala sinistra della coalizione che si presenta con un suo candidato alternativo: Michele Quitadamo, segretario di Rifondazione (che nel 2012 appoggiò Scanagatti) sostenuto dalla lista Sinistra Alternativa Monza.
Fi e Lega uniti su Dario Allevi
A differenza di quanto avvenuto nel 2012, Forza Italia e Lega (insieme a Fratelli d’Italia) a questa tornata si presentano uniti sul nome di Dario Allevi. Già esponente cittadino di Alleanza Nazionale ora in Forza Italia, Allevi, 51 anni, è stato il primo presidente della provincia di Monza e Brianza. Da sottolineare che alle Europee del 2014 Fi prese nel comune di Monza quasi il doppio dei voti della Lega (9.411 contro 5.115). Al centrodestra punta a togliere voti Pier Franco Maffè: già due volte assessore a Monza con le giunte di centrodestra, ha abbandonato Fi dopo la scissione con gli alfaniani. Corre come candidato sindaco appoggiato da due liste civiche (Monza con Maffè e Io cambio).
Il candidato sindaco M5S è il secondo classificato alle comunarie
A Monza sul fronte 5 stelle si è ripetuto quanto avvenuto a Milano nelle Comunali 2016: il candidato primo classificato alle comunarie si è ritirato e ha lasciato il posto al secondo. Doride Falduto, praticante avvocato di 37 anni, aveva vinto le consultazioni all’interno dei grillini con 20 preferenze su 66. Dopo 5 giorni, la rinuncia «per sopraggiunti impegni personali». Gli attivisti del movimento hanno deciso allora di puntare su Danilo Sindoni, imprenditore nel campo delle comunicazioni, che aveva ottenuto 17 voti.
Gli outsider
A dare fastidio ai tre poli principali, proveranno due candidati outsider. Paolo Piffer, psicologo ed educatore di 37 anni che nel 2012 con i suoi 2.684 voti riuscì a entrare in consiglio comunale schierandosi all’opposizione, ci riprova con la sua nuova lista CivicaMente. Volto nuovo è invece Manuela Ponti, psicologa di 42 anni, candidata con il Popolo della Famiglia, movimento fondato dal giornalista e blogger Mario Adinolfi, ex Pd e attivo nella battaglia contro le adozioni gay.
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