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Dossier Monza al voto tra difesa del manifatturiero e nuova vocazione turistica

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    Dossier | N. 86 articoliElezioni amministrative 2017

    Monza al voto tra difesa del manifatturiero e nuova vocazione turistica

    (Fotogramma)
    (Fotogramma)

    A Monza alcuni imprenditori ricordano la differenza con Milano: nella grande metropoli si chiede «quanto guadagni, a Monza quanto lavori». Per chi ci vive e per chi ha qui un’attività imprenditoriale questa frase riassume lo spirito della città, fatta di fabbriche che si impegnano a rimanere nel territorio e di un forte senso pratico che caratterizza i suoi 123mila abitanti. I quali, nonostante la vicinanza con la più grande e “fagocitante” Milano, rivendicano la loro identità ben distinta, nonostante abbiano l’ambizione ad essere collegati con il resto della Lombardia.
    Monza è la terza città lombarda per dimensioni. Tra le priorità, trattate anche in campagna elettorale, ci sono soprattutto il rafforzamento del sistema dei trasporti, la valorizzazione della (recente) vocazione turistica, il mantenimento del tessuto manifatturiero, la gestione dell’immigrazione.

    I trasporti
    Il dibattito degli ultimi anni verte sul collegamento metropolitano con Milano. La metro 1 milanese arriverà alle porte della città, con la fermata Bettola, grazie ad un prolungamento già finanziato dal governo, per 16 milioni. I lavori, dopo un lungo stop a causa del fallimento dell’impresa costruttrice, sono da poco ripartiti. Questo ovviamente ha fatto tirare un sospiro di sollievo sia a Milano che a Monza. Si tratta però di una sola fermata aggiuntiva. Quello a cui i cittadini di Monza guardano è il collegamento più lungo, da Milano al centro di Monza, attraverso il prolungamento della metro 5 milanese. Un’opera aggiuntiva che costerà circa un miliardo e che dovrà essere cofinanziata da governo e enti locali, con modalità ancora da decidere. La necessità del collegamento è giustificata dal fatto che molte persone di Monza lavorano a Milano, ma non solo: quella che si intende valorizzare è anche la vocazione turistica che Monza ha scoperto negli ultimi anni, soprattutto dopo l’Expo. Da considerare inoltre che questa è la città dell’autodromo e del Gran Premio, che alla fine è rimasto ancorato alla città. Monza ambisce dunque ad essere un luogo distinto ma connesso al capoluogo regionale.

    LA CARTA D’IDENTITÀ ECONOMICA DI MONZA
    Dati provinciali, tranne dove diversamente specificato. (Fonte: elaborazione Sole 24 Ore su dati InfoCamere e Istat)

    La nuova vocazione turistica
    L’espressione di questa nuova aspirazione è incarnata soprattutto dalla Villa reale, luogo di grande pregio, con uno dei più bei parchi della Lombardia, dove vengono spesso ospitati eventi e mostre ma che ancora deve trovare una sua chiara identità. Si tratta di un buon esempio di gestione mista pubblico-privato, che la città di Monza intende ancora sviluppare nella gestione della cultura. Monza dovrà anche valorizzare il suo patrimonio storico, fatto di 800 ville, un tempo l’abitazione di nobili e poi trasformati in luogo di lavoro.
    Ora Monza, una delle città lombarde più visitate durante l’Expo, aspira a diventare il primo luogo della “gita fuori porta” di Milano, cioè una città in cui ci si può dedicare al tempo libero, oltre che al lavoro.
    Il tessuto economico
    Monza è una delle città più laboriose della Lombardia, con un “cuore” manifatturiero che non ha voluto convertirsi nei servizi. Questa è la principale differenza con Milano. In Brianza c’è un importante distretto del mobile, un’area dedicata all’impresa meccanica e un’altra che è cresciuta con la vocazione dell’hi-tec. Negli ultimi decenni è cresciuto anche il design. Tutti questi settori sono riusciti a resistere alla crisi e a guardare all’estero e ai processi di internazionalizzazione. Fatto, questo, che fa da contrappunto alla tradizione culturale di Monza, con la sua tendenza a marcare la differenza con Milano. La sfida è quindi mantenere sul territorio queste realtà, favorendo i processi di aggregazione ma senza rinunciare al legame con il luogo di origine, vero sentire dei monzesi.
    La gestione degli immigrati
    Se a Monza gli immigrati hanno sempre trovato lavoro in fabbrica nei decenni passati, con un buon livello di integrazione, oggi il problema è l’arrivo massiccio dei profughi. La Lombardia è una delle regioni più coinvolte in questo processo e anche il territorio di Monza ha dovuto farci i conti, con qualche problema di gestione dei flussi. Negli ultimi due anni sono transitate 3mila persone in città e nella Brianza; attualmente ospita 400 profughi. Ci sono stati episodi che hanno creato tensione ma che in questo momento risultano risolti; tuttavia il problema è all’ordine del giorno.

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