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Legge elettorale, arriva il proporzionale con listini bloccati e soglia al…

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depositato il maxiemendamento fiano

Legge elettorale, arriva il proporzionale con listini bloccati e soglia al 5%

Il relatore alla legge elettorale Emanuele Fiano ha depositato in Commissione Affari costituzionali il maxi emendamento che recepisce l’intesa Pd-M5s-Fi sul modello elettorale di stampo tedesco. Un sistema elettorale con il quale, in base a quanto dichiarato in mattinata dal segretario dem Matteo Renzi «entrano in 4, massimo 5 forze parlamentari, si riduce il numero dei partiti e si elimina il potere di ricatto e veto dei piccoli», grazie allo «sbarramento del 5%» senza il quale, secondo Renzi, «non c’è più accordo». Il maxi-emendamento al testo base presentato da Fiano modifica in chiave proporzionale il cosiddetto «Rosatellum» o Mattarellum bis (di impianto maggioritario).

Il maxiemendamento Fiano
Il maxiemendamento introduce un modello solo simil-tedesco. Del modello in uso nella Repubblica federale, ha l’impianto proporzionale e la soglia al 5%, ed anche i collegi uninominali: ma mentre in Germania questi ultimi sono prevalenti (il candidato più votato è sempre eletto), in quello italiano prevale una distribuzione proporzionale. L’Italia (escluso il Trentino Alto Adige in cui proseguirà ad essere usato il Mattarellum) viene divisa in 303 collegi e in 27 circoscrizioni che coincidono con le Regioni, tranne le più popolose divise in piu' circoscrizioni (2 in Piemonte, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia, 3 in Lombardia). I partiti presentano dei listini bloccati di 2-4 nomi in ciascuna circoscrizione e un candidato in ciascuno dei 303 collegi uninominali.

L’elettore ha un solo voto con cui sceglie il candidato del suo collegio e il listino di partito collegato (in Germania è invece possibile il voto disgiunto). Si contano i voti in tutta Italia e si stabilisce, in base alla percentuale, quanti seggi spettano a ciascun partito a livello nazionale e poi a livello circoscrizionale. In ogni circoscrizione i partiti fanno una classifica dei propri candidati secondo il seguente criterio: primo il capolista del listino bloccato; seguito dai candidati che hanno vinto dei rispettivi collegi sulla base del maggior numero di suffragi ottenuti. Da questa classifica si estraggono in ordine gli eletti di ciascun partito. Un candidato si può presentare in un collegio uninominale e in tre listini bloccati, come nel Mattarellum. Ci sono anche le quote rosa: i listini bloccati devono avere un alternanza di genere, mentre a livello nazionale i candidati nei collegi uninominali di ciascun partito non possono essere più del 60%.

Il modello di scheda elettorale

Testo in Aula il 5 giugno, nessuno slittamento
La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha confermato intanto che l’esame del testo avrà inizio il prossimo 5 giugno. Nessuno slittamento, dunque. Sono previste 22 ore di dibattito, le stesse che erano state previste per l'Italicum, e potranno tenersi votazioni dal 6 al 9 giugno: di conseguenza, a Montecitorio non ci sarà la pausa dei lavori parlamentari per le amministrative dell’11 giugno. Nella sua relazione alla prima direzione del Pd convocata dopo il congresso Matteo Renzi si è tenuto alla larga dall’indicare pubblicamente la data delle possibili elezioni anticipate, ossia il 24 settembre come in Germania. Ma è chiaro che il patto siglato con Fi, non solo sul modello tedesco ma anche sui tempi di approvazione - entro la prima settimana di luglio - fa partire ufficialmente quella che sembra essere la corsa verso il voto anticipato, chiesto a gran voce anche dal M5S e dalla Lega.

Berlusconi: accordo su modello tedesco non è grande coalizione
Berlusconi difende il modello tedesco (declinato così: «sbarramento al 5%, liste proporzionali di lunghezza adeguata, metodo proporzionale di attribuzione dei seggi, su base nazionale, analogo a quello utilizzato in Germania, escludendo qualsiasi ipotesi di voto di preferenza»), sostenendo che si tratta di un sistema che «potrà finalmente restituire la parola agli italiani, consentendo agli elettori, dopo quattro governi non scelti dai cittadini, di decidere da chi vogliono essere governati». Ma di fronte ai sospetti di “inciucio” e larga coalizione con il Pd per poter governare, il leader di Fi ha voluto mettere le mani avanti, precisando che: «l’accordo sulle regole fra le principali forze politiche non prefigura alcun accordo politico per la prossima legislatura, nessuna grande coalizione, ma soltanto la corretta condivisione delle regole elettorali».

Le forze politiche a rischio con la soglia al 5%
La soglia del 5% rischia di azzerare le forze politiche minori. Da Fratelli d'Italia agli alfaniani di Ap, passando per i fittiani di Direzione Italia fino a Sinistra Italiana e i bersaniani di Mdp. Sono 18 i partiti e movimenti che aspirano (o potrebbero aspirare) a entrare in parlamento con le prossime lezioni politiche, ma che con una nuova legge elettorale alla tedesca e una soglia di sbarramento al 5% rischiano di essere tagliarli fuori da Camera e Senato


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