Sesto San Giovanni non è solo una parte fondamentale dell’hinterland milanese. È una vera e propria città, con i suoi 83mila abitanti, una lunga vocazione industriale (era qui che avevano sede le industrie Falck) e una forte identità politica. Era considerata il “fortino rosso” per eccellenza del territorio milanese e un tempo il centrosinistra prendeva qui la “temperatura” del proprio elettorato. Le vicende giudiziarie che hanno accompagnato per quattro anni l’ex sindaco Filippo Penati (ai vertici del Partito democratico con PierLuigi Bersani segretario), hanno messo in ombra la tradizione di sinistra della città. Ma poi Penati è stato assolto e gli amministratori locali hanno cercato un riscatto.
La riconversione dell’area Falck
Al centro del dibattito c’è la riconversione dell’area Falck, dismessa dall’industria siderurgica e ora pronta a diventare la nuova Città della salute grazie ad un accordo di programma tra Comune, Regione Lombardia, Comune di Milano e Ministero della Salute. A questo si aggiungono il rafforzamento dei trasporti con Milano, l’integrazione con l’ormai storica presenza di una comunità islamica e il decoro urbano.
La Città della salute e della ricerca sorgerà nel terreno delle ex fabbriche Falck da 1,4 milioni di metri quadrati: l’Istituto Nazionale dei Tumori e l’Istituto Neurologico Besta occuperanno 300mila metri quadrati, mentre il resto servirà per costruire case e strutture ricettive e per raddoppiare il verde cittadino. Le bonifiche sono state appena consegnate e a fine 2017 dovrebbero partire i lavori.
Si tratta di un nuovo grande quartiere, che cambierà nel prossimo decennio il volto di Sesto San Giovanni. Dovrebbe dare un nuovo impulso all’economia locale, valorizzando la ricerca avanzata nel campo medico e nei servizi. I politici locali parlano anche di una connessione forte con i terreni di Arexpo, dove si è svolto l’Expo e dove adesso nascerà lo Human Technopole, centro dedicato alla ricerca sul genoma e finanziato dal governo.
La base d’asta per la Città della salute è di 450 milioni e la gara è stata recentemente aggiudicata, nonostante il timore che il procedimento andasse rifatto da capo dopo ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. Si tratta senza dubbio del principale progetto della città.
L’urbanistica
In generale l’urbanistica è il grande tema di Sesto San Giovanni, e non è un caso che molti in campagna elettorale si siano concentrati nella valorizzazione dei progetti di quartiere. Tra questi c’è anche il progetto di rifacimento della stazione a scavalco della città, che porta la firma di Renzo Piano: sarà la nuova porta di ingresso per chi arriva da Milano.
Decoro e gestione dell’immigrazione
Il decoro urbano e la ristrutturazione degli edifici del centro è anch’esso un argomento importante, che tocca non solo il tema delle nuove funzioni della città, ma anche dell’immagine che la città post industriale dovrà avere.
Dal punto di vista sociale Sesto è stata caratterizzata da un buon livello di integrazione e accoglienza, probabilmente anche perché non ci sono stati crolli occupazionali durante gli anni della crisi. Con l’ultimo accordo firmato dagli enti locali lombardi e dal ministro degli Interni Marco Minniti, Sesto ospiterà 111 profughi in più, oltre ai 55 che già vivono lì. Il tema non crea grossi problemi nella popolazione, anche se ovviamente è argomento di campagna elettorale per l’opposizione leghista. La tensione si è fatta sentire qualche mese fa, quando proprio nei pressi della stazione di Sesto venne ucciso l’attentatore di Berlino, affiliato all’Isis. Si è dunque parlato nei primi giorni di una possibile rete locale, poi smentita dalle forze dell’ordine.
A Sesto è radicata da 20 anni una comunità islamica, che ha acquisito un diritto di superficie per realizzare un proprio centro culturale. Il tema è tornato d’attualità, ma nonostante il dibattitto degli ultimi mesi, permane un certo spirito di tolleranza.
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