Neanche la bufera giudiziaria che ha investito due dei cinque candidati sindaci di Trapani ha fermato una delle più caotiche sfide per le amministrative in Sicilia. Tutto è accaduto in 24 ore: il 17 maggio, il senatore di Forza Italia ed ex sottosegretario Antonio D’Alì ha ricevuto dalla Dda di Palermo una richiesta di misura di prevenzione per obbligo di soggiorno che verrà discussa in tribunale a luglio. Poi il deputato regionale ex Forza Italia Girolamo Fazio è stato posto ai domiciliari (revocati sabato scorso) nell’ambito di un’inchiesta sui contributi regionali ai trasporti marittimi veloci in cui è coinvolto l’armatore Ettore Morace, tra i suoi sponsor.
D’Alì non ha praticamente mai interrotto la campagna elettorale. Il giorno dopo il provvedimento richiesto dalla Dda di Palermo ha ripreso l’attività elettorale organizzando pure un comizio partecipato nell’ex piazza del mercato ittico nel centro storico di Trapani. «La persecuzione giudiziaria - ha commentato - continua. Due volte assolto e nuovamente aggredito».
Neppure Fazio si è fermato. Per lui hanno parlato i componenti del comitato elettorale e delle cinque liste collegate: «Nulla è cambiato. Siamo certi dell’onestà di Fazio dimostrata in dieci anni di amministrazione della città». Poi, dopo la revoca dei domiciliari ha parlato lui stesso: «Ho troppo rispetto per le istituzioni: se non avessi la coscienza pulita non avrei proseguito la campagna elettorale. Ci sarà tempo per parlarne. Ma non penso ad una giustizia ad orologeria; credo si sia trattato di una coincidenza».
Fazio e D’Alì, passato politico comune
Fazio era stato sindaco per due mandati con il sostegno di D’Alì. Vengono quindi dalla stessa esperienza politica ma ora sono concorrenti: sono i due candidati più quotati della campagna elettorale in uno dei due capoluoghi siciliani che andranno al voto domenica (l’altro è Palermo). Il loro peso è dimostrato dal numero delle liste collegate: cinque per Fazio, tre per D’Alì.
Gli altri candidati
Degli altri candidati solo Pietro Savona del Pd è sostenuto da tre liste (una è promossa da Paolo Ruggirello, ex centro destra). Su una lista ciascuno possono contare Marcello Maltese (Cinque stelle) e Giuseppe Marascia esponente di un gruppo di sinistra di cui fa parte anche l’ex magistrato Antonio Ingroia.
Anche se le due inchieste aperte dalla procura non hanno cambiato il quadro politico, hanno però messo a fuoco quello che è stato definito il “sistema Trapani”, un intreccio tra politica e affari. In una terra che deve fare i conti anche con la criminalità mafiosa.
© Riproduzione riservata