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Dossier Alessandria al voto con il dissesto alle spalle e la promessa di rilancio

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    Dossier | N. 86 articoliElezioni amministrative 2017

    Alessandria al voto con il dissesto alle spalle e la promessa di rilancio

    (Agf)
    (Agf)

    Una città che ha vissuto sulle sue spalle il passaggio stretto di un bilancio in dissesto – uno dei pochi casi tra i comuni del Nord Italia –e un periodo di risanamento dei conti che, di fatto, è soltanto all’inizio. Alessandria è di nuovo in pista, alle prese con il rinnovo dell’amministrazione e con la volontà di lasciarsi alle spalle i buchi del passato. Capoluogo di una provincia che conserva una matrice industriale – tra agroalimentare, chimica e meccanica – e vanta suo malgrado alcuni dossier incompiuti, primo fra tutti quello sulla logistica e lo sviluppo dei retroporti.

    Rigenerazione urbana
    Al netto dell’apertura del ponte Meir, l’anno scorso, la città è cambiata molto poco negli ultimi anni. L’inaugurazione dell’opera sul fiume Tanaro ha avuto il merito di aver restituito ad Alessandria, città tra i due fiumi, un accesso diretto al corso d’acqua. A questo punto servirebbe rilanciare e provare a progettare un vero e proprio “waterfront”, con servizi e spazi fruibili, per il tempo libero e lo sport, oltre ai giardini da poco realizzati.

    LA CARTA D’IDENTITÀ ECONOMICA DI ALESSANDRIA
    Dati provinciali. (Fonte: elaborazione Sole 24 Ore su dati InfoCamere e Istat)

    La ristrutturazione della Cittadella
    Croce e delizia della città, la Cittadella è una delle fortificazioni più imponenti e meglio conservate d’Europa. Un vero e proprio progetto di ristrutturazione e recupero non c’è. Per volumi di risorse, il recupero strutturale e funzionale della fortezza potrebbe essere paragonato ai lavori per la ristrutturazione della Reggia di Venaria Reale, pari a oltre cento milioni. Al momento ci sono sul piatto le risorse stanziate dal ministero dei Beni culturali (25 milioni) e i 7,5 milioni dei fondi Por Fesr che arriverebbero attraverso la Regione Piemonte.

    Trasporti e Logistica
    Lo svantaggio competitivo forse principale del capitolo trasporti e mobilità ad Alessandria è l’isolamento rispetto a Milano. Non c’è infatti un collegamento veloce tra la stazione di Alessandria e il capoluogo lombardo, a circa 90 chilometri. Gli operatori economici e del commercio sottolineano come colmare questa lacuna potrebbe sostenere lo sviluppo del territorio in chiave di attrazione per aree non strettamente di prossimità come la Lombardia, grazie all’offerta enogastrinomica del Monferrato. Oltre che valorizzare lo sviluppo di una residenzialità alternativa e competitiva a livello di prezzi.

    Tra Terzo valico e retroporti, un’occasione mancata
    Questa è un’area, tra ex Acna di Cengio e emergenza amianto a Casale Monferrato, che sa cosa sono le emergenze ambientali e sanitarie. Così come vanta una posizione di primo piano sull’asse del Terzo valico Genova-Rotterdam, all’interno del triangolo industriale Genova-Torino-Milano. Con un paradosso apparente: una vera e propria progettualità incisiva sul tema retroporti e logistica non è mai decollata. Se ne è parlato per anni in realtà, ma alla fine gli investimenti privati sono arrivati a Rivalta Scrivia.

    I nodi del commercio
    Gli operatori del settore guardano con interesse al rilancio del centro storico di Alessandria come centro commerciale “naturale”, per attrarre pubblico e clientela dai comuni dell’hinterland. Ma per fare questo serve che i privati facciano la loro parte, con gli investimenti e l’offerta del giusto mix commerciale, e che l’amministrazione ottimizzi i servizi, garantendo maggiore accessibilità e visibilità alle aree dei parcheggi, e introduca sistemi innovativi per il pagamento della sosta ad esempio, oltre a tagliandi e moneta

    La tassazione locale
    Di tasse si è parlato poco. Ma uno degli effetti della dichiarazione di dissesto per il Comune di Alessandria è stato quello di portare al massimo il livello di tassazione locale (addizionale Irpef) e tariffe, Imu, Tasi in testa, accanto ai servizi comunali a domanda individuale come ad esempio gli asili. Così come la dinamica degli investimenti rimasta bloccata per anni. I margini per riaprire il cantiere della discussione sulla tassazione locale, forse, non ci sono ancora, ma il tema dell’organizzazione dei servizi e della gestione delle municipalizzate, all’indomani del dissesto, resta centrale.

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