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Comunali 2017, il centrosinistra punta alla riconferma in 16 capoluoghi su…

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le comunali dell’11 giugno

Comunali 2017, il centrosinistra punta alla riconferma in 16 capoluoghi su 25

Le amministrative 2017 saranno l’ultimo test elettorale prima delle politiche (che si tengano in autunno o a febbraio 2018). Per questo i risultati che usciranno dalle urne l’11 giugno (e il 25 giugno per quegli enti che andranno al ballottaggio) saranno passati ai raggi X da partiti e analisti per testare lo stato di salute delle forze politiche. Per capire chi avrà vinto e chi avrà perso bisognerà partire dal colore delle amministrazioni uscenti: dei 1.004 comuni al voto, 169 provengono da amministrazioni di centrosinistra, 82 di centrodestra, 13 di sinistra, 6 di centro, 4 del M5S (anche se nel caso di Parma, il sindaco Federico Pizzarotti in corso di consiliatura ha lasciato il movimento di Beppe Grillo).

Il fenomeno delle liste civiche
Le restanti amministrazioni in massima parte provengono da sindaci uscenti sostenuti da liste civiche (627). Si tratta soprattutto degli 844 piccoli comuni sotto i 15mila abitanti, dove le tematiche espresse dai partiti nazionali sono meno sentite in una elezione locale e dove l’assenza del ballottaggio obbliga alla formazione di liste uniche (che raccolgano anche esperienze della società civile locale) per avere più chance di vittoria. I restanti 103 comuni provengono da realtà in amministrazione straordinaria a causa dello scioglimento anticipato.

I 25 comuni capoluogo
Proprio per questa ragione, l’attenzione dei partiti sarà concentrata soprattutto nei grandi comuni. In primis i 4 comuni capoluogo di Regione (Palermo, Genova, Catanzaro e L’Aquila), a cui si aggiungono altri 21 capoluoghi di Provincia (Alessandria, Asti, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Trapani e Verona). Anche in questi 25 grandi comuni il centrosinistra ha governato in 16 amministrazioni uscenti, segue il centrodestra (7), il centro (1) e il M5S (con Parma, dove però, come detto, il sindaco Pizzarotti ha lasciato il movimento).

Le città con più di 15mila abitanti
Ma un importante banco di prova saranno anche tutti i 160 comuni con più di 15mila abitanti. Per queste realtà è prevista l’ipotesi del ballottaggio (se nessun candidato ottiene al primo turno il 50% più uno dei voti si va a un secondo turno tra i primi due classificati) e quindi sarà possibile testare la triangolazione dei voti tra Pd centrodestra e M5S, e la capacità, per le due forze che passeranno al secondo turno, di intercettare i consensi del terzo escluso. Ai nastri di partenza, abbiamo 81 amministrazioni uscenti di centrosinistra, 42 di centrodestra, 4 di sinistra, 3 di centro e 3 dei 5 stelle (compresa Parma). Le restanti 27 sono espressioni di liste civiche.

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