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migranti e cittadinanza italiana

Scontro sullo ius soli, Gentiloni: Parlamento faccia presto. Grillo: pastrocchio invotabile

Lo “ius soli” temperato in discussione al Senato continua a dividere maggioranza e opposizione. «È arrivato il tempo di poter considerare a tutti gli effetti questi bambini come cittadini italiani. Glielo dobbiamo, è un atto doveroso e di civiltà. Mi auguro che il Parlamento lo faccia presto nelle prossime settimane» ha detto il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, ospite della Repubblica delle Idee a Bologna. «Sullo ius soli il MoVimento 5 Stelle si è astenuto alla Camera e come annunciato altrettanto farà, con coerenza, al Senato. Trattasi non di legge, ma di pastrocchio invotabile» ha ribadito invece il leader M5s Beppe Grillo nelle stesse ore sul suo blog, tuonando contro il provvedimento in discussione in Senato (dopo essere stato approvato dalla Camera nel lontano ottobre 205), sul quale il governo potrebbe mettere la fiducia per bypassare l’ostruzionismo della Lega.

La legge in discussione: in arrivo ius soli temperato
Il testo allarga le maglie per la concessione della cittadinanza agli stranieri che in Italia nascono o hanno compiuto un ciclo di studi. Attualmente, la cittadinanza italiana si acquista 'iure sanguinis' cioé per diritto di sangue per i nati nel nostro Paese da almeno un genitore italiano. In base al approvato dalla camera testo in discussione al Senato, invece, potranno richiedere la cittadinanza italiana i minori nati in Italia, figli di genitori stranieri. Sarà però necessario che almeno uno dei due genitori sia in possesso di permesso di soggiorno Ue di lungo periodo. La richiesta dovrà essere presentata dai genitori con un'espressa dichiarazione di volontà. L'altra possibilità introdotta è quella per i ragazzi che arrivano in Italia entro i 12 anni e risultino residenti al compimento dei 18 : in questo caso bisognerà aver frequentato regolarmente per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli di istruzione.

Governo: ius oli riguarda anche nostra sicurezza
Per Gentiloni «questa legge non riguarda solo il diritto di questi bambini, ma interessa anche la sicurezza del nostro Paese: la via contro la radicalizzazione non è la costruzione di muri, ma quella del dialogo e l’inclusione». Parole rilanciate anche dal ministro dell’Interno Marco Minniti per il quale sul tema dello ius soli «si gioca la partita dell'immigrazione», perché «c'è chi dice immigrazione è uguale a terrorismo, ma è un'equazione che è sbagliata. C'è invece un» altro «rapporto tra terrorismo e integrazione. Un paese ben integrato è un paese più sicuro». E ha aggiunto: «Quelli che chiudono le porte, credetemi, sono cattivi maestri e i cattivi maestri non vanno seguiti».

Grillo: ius soli pastrocchio invotabile
Di tutt’altro avviso Grillo, per il quale «è vergognoso tenere il Parlamento in stallo per discutere di provvedimenti senza capo né coda, mentre non si fa nulla per dare una mano alle famiglie italiane che si trovano in grande difficoltà economica: secondo l'Istat sono l’11,9% del totale, ovvero 7 milioni e 209mila persone che nel 2016 si sono trovate nelle condizioni di “grave deprivazione materiale».

“È arrivato il tempo di poter considerare a tutti gli effetti questi bambini come cittadini italiani. Glielo dobbiamo, è un atto doveroso e di civiltà”

Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio 

Le affinità con la Lega sull’immigrazione
Parole e toni, quelli di Grillo, non lontani da quelli usati in questa materia dalla Lega di Matteo Salvini. Del resto, mentre ieri continuava lo scontro con “Repubblica” sul vertice milanese (smentito dagli interessati) tra Davide Casaleggio e Matteo Salvini, quest'ultimo ieri è stato esplicito nell’aprire a futuri patti. A partire da un “idem sentire” sul tema immigrazione: «L'alleanza naturale è quella del centrodestra - ha detto il leader del Carroccio - Chiunque altro sostenga le posizioni della Lega, ad esempio Grillo che sull'immigrazione dice “Basta, ce ne sono troppi”, benvenuti». Salvini ci tiene comunque ad avere il primato della «linea dura». Oggi ha promesso «tutta l’opposizione possibile» allo ius soli in Parlamento. E se non basterà, ha promesso, «siamo disposti a trascorre luglio e agosto in strada con i banchetti a raccogliere le firme per un referendum per cancellare la legge sulle cittadinanze facili»-

«Basta buonismo»
Le argomentazioni del post odierno di Grillo sull’immigrazione (che ha ribadito: «nessuna alleanza con i partiti, con nessun partito, né con quelli che si dicono di sinistra, né con quelli che si dicono di destra. Categorie antistoriche, che oggi non hanno alcun significato») partono da un dato oggettivo : «Quello dell'immigrazione è un problema serio e sentito da tutti gli italiani». Ma poi via via prevalgono i toni più da propaganda politica: «Non parlarne e lasciare tutto come è, blaterando di xenofobia e populismo, conviene soltanto ai partiti che con le cooperative dell'immigrazione ci hanno lucrato per anni. La patina di buonismo sotto cui è nascosto questo business deve essere cancellata. L’immigrazione deve essere gestita, le leggi devono essere rispettate, chi sbaglia paga. È buon senso. Chi è contrario non è di sinistra, è uno stupido o ci guadagna».

L’attacco a Minniti
Parole che arrivano dopo la presa di posizione di Luigi di Maio contro il ministro dell’Interno Marco Minniti, colpevole di «non aver capito in che paese sta», perché sull’immigrazione « c'è una seria emergenza, ci deve dare una mano e se dice il contrario è fuori dal mondo, lui, il Pd e il Governo». Parole, sibilate il giorno dopo la «moratoria sui nuovi arrivi di migranti» nella Capitale chiesta dalla sindaca di Roma con una lettera al prefetto di Roma Paola Basilone, segno di un cambio di direzione rispetto alle posizioni più «solidali» espresse nei mesi scorsi. E dopo la stretta “securitaria” del blog di Grillo, con la richiesta di «chiusura dei campi rom, censimento di tutte le aree abusive e le tendopoli», nonché espulsione «di chiede soldi in metropolitana, magari con minorenni al seguito». Segno che la divisione tra l'anima di destra e sovranista del M5s, che condivide con il Carroccio il pugno duro sui migranti e l'avversione contro l'euro, e quella di sinistra, ambientalista e solidale, sembra vedere la netta prevalenza della prima.

Grillo contro l’abolizione del reato di immigrazione clandestina
Le uscite di Grillo sull’immigrazione hanno spesso diviso il M5s. La più famosa (anche perché sconfessata dalla base) risale al 2013, quando l’ex comico scomunicò via blog i senatori che avevano presentato facendolo approvare, un emendamento per l'abolizione del reato di clandestinità» sostenendo che «se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità l’M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico». Salvo poi essere a sua volta bocciato (in uno dei rari casi, peraltro) dalla base degli iscritti che online si pronunciò per l’abolizione del reato.



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