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Dossier A Parma testa a testa fra Pizzarotti e il centrosinistra

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    Dossier | N. 86 articoliElezioni amministrative 2017

    A Parma testa a testa fra Pizzarotti e il centrosinistra

    Come avvenne cinque anni fa,sarà il ballottaggio (domenica prossima), a Parma, a decidere chi sarà il sindaco. Ma rispetto a cinque anni fa è cambiata completamente la scenografia: Federico Pizzarotti, all’epoca outsider che
    vinse a sorpresa contro il favoritissimo candidato del Pd, stavolta è quello che viene rincorso. Nella fattispecie da Paolo Scarpa, sostenuto dal Pd, ma maldigerito dal partito. Il primo turno si è concluso con i due candidati abbastanza vicini, 34,7 contro 32,7%, separati da circa 1.500 voti. Un margine molto risicato che rende difficili i pronostici. Saranno decisivi gli elettori che al primo turno hanno scelto la leghista Laura Cavandoli, sostenuta dal centrodestra unito che si è fermata al 19 per cento.

    Come si comporterà il centrodestra?
    Se cinque anni fa gli elettori del centrodestra votarono al secondo turno in massa Pizzarotti per impedire al Pd di vincere, stavolta questo travaso non sarà così scontato, almeno per un paio di ragioni. Vincenzo Bernazzoli, cinque anni fa, era visto come il candidato dell’establishment del Pd. Scarpa, invece, ha un
    profilo molto più civico e ha chiesto ai big nazionali del partito di farsi vedere il meno possibile a Parma. E infatti il Pd, a Parma, ha preso meno del 15%, mentre le due liste civiche a suo sostegno hanno superato il 18 per cento. In caso di vittoria, quindi, la fetta più consistente della maggioranza consiliare non sarà del Pd. Senza contare il fatto che su alcuni temi (diritti civili, accoglienza, ambiente) Pizzarotti è percepito come molto più a sinistra di Scarpa e questo potrebbe pesare nell’orientare per il ballottaggio l’elettorato di centrodestra.
    Tuttavia, c’è anche da dire che il magrissimo risultato della lista Pd rende il risultato di Paolo Scarpa, allo stesso tempo,un ottimo successo personale e un flop del partito. Per strappare la fascia tricolore a Pizzarotti, dovrà ricompattare i suoi sostenitori e serrare le fila per non essere ostacolato dallo scarso entusiasmo dei suoi se non proprio dal fuoco amico.

    L’incognita affluenza
    Senza contare che moltissimo dipenderà anche dall’affluenza alle urne, già ai minimi storici (53,6%) al primo turno. Al ballottaggio potrebbe calare ancora. Gli elettori del centrodestra potrebbero decidere di non sostenere nessuno dei due sfidanti, la domenica di estate inoltrata e il fatto che Parma si trova a un’ora di macchina dal mare della Versilia potrebbero fare il resto e portare alle urne, stavolta, meno della metà dei parmigiani. A quel punto la cosa più importante, per entrambi gli sfidanti, sarebbe tenere alto il morale delle proprie truppe e
    convincere tutti gli elettori del primo turno a confermare il proprio voto. In questo caso Pizzarotti, appoggiato da una sola lista creata a sua immagine e somiglianza, potrebbe beneficiare della fedeltà dei propri sostenitori.

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