Travis Kalanick si è dimesso dalla carica di amministratore delegato di Uber. La notizia la riporta il New York Times, citando fonti vicine all'azienda di San Francisco. Kalanick nei giorni scorsi, con una mail, aveva informato i dipendenti di Uber che si sarebbe preso un periodo di aspettativa dal lavoro a causa del dramma familiare che lo ha colpito (la madre è morta in un incidente in barca).
Le pressioni di un gruppo di investitori, però, hanno costretto Kalanick ad accelerare le pratiche e lo hanno spinto alle dimissioni immediate. La decisione dell'ormai ex Ceo di Uber è arrivata dopo ore di discussione. Kalanick rimarra comunque all'interno del consiglio di amministrazione di Uber e avrà facoltà di voto.
«Amo Uber più di ogni altra cosa nel mondo e in questo momento difficile nella mia vita personale ho accettato la richiesta degli investitori di farmi da parte in modo che Uber possa tornare a crescere senza distrazioni» ha fatto sapere Kalanick in un dichiarazione al Nyt.
Un membro del consiglio dell'azienda con sede a San Francisco ha parlato di «decisione importante» da parte di un uomo che «ha sempre messo Uber al primo posto». «Questa scelta - riporta il giornale newyorkese - è segno della sua devozione e amore per Uber».
Alla base della decisione di Kalanick c'è un terremoto societario fatto di scandali sessuali e comportamenti discutibili.
Travis Kalanick ha quarant'anni ed è lo stereotipo dell'imprenditore tech che ha fatto della Silicon Valley una miniera di idee e denaro. Nel 2008, insieme a Garret Camp, ha dato vita a Uber, una startup di software con un obiettivo abbastanza chiaro: spezzare il monopolio dei tassisti. Secondo Forbes è il duecentoventiseiesimo uomo più ricco al mondo, con un patrimonio di 6,3 miliardi di dollari. Fino a ieri era uno dei Ceo più noti al mondo, e nonostante le sue dimissioni il suo profilo non sparirà. Il suo modello di business ha calamitato attenzioni, e spesso tante critiche. Molti lo hanno descritto come un padre padrone dell'azienda che ha fondato. Adesso che va via per Uber inizia una nuova fase. Una fase fatta di molti interrogativi, dove la voglia di cambiamento sembra dettata pesantemente dai tanti investitori che nell'ex startup hanno messo tanti soldi.
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