Dopo due turni elettorali, Trapani rimane senza un sindaco. L’affluenza rimasta abbondantemente sotto il 50% - ha votato il 26,75% degli aventi diritto - non ha consentito di proclamare primo cittadino Piero Savona, il candidato di centrosinistra rimasto unico in lizza, a gareggiare con la sola affluenza. Adesso toccherà a un commissario prendere in mano le redini della città fino alle prossime elezioni.
Una sfida paradossale
Ma come si è giunti alla paradossale sfida “a uno”? Al ballottaggio era arrivato, oltre a Piero Savona del centrosinistra, anche Mimmo Fazio (candidato civico di orientamento centrodestra). Quest’ultimo è stato poi estromesso dal ballottaggio per non avere volontariamente designato gli assessori, adempimento obbligatorio secondo la legge siciliana per l’elezione del sindaco.
Gli elettori sono stati quindi, indirettamente, chiamati a scegliere tra un sindaco e un commissario.
La bufera giudiziaria
La decisione di Fazio di ritirarsi dal ballottaggio è legata all’inchiesta giudiziaria che ha portato il 18 maggio scorso al suo arresto con l’accusa di corruzione. L’ex sindaco di centrodestra, al quale era stata revocata la misura dei domiciliari il 3 giugno, pur risultando il candidato più votato al primo turno, aveva deciso di ritirarsi ma senza formalizzare ufficialmente la sua decisione. In quest’ultimo caso sarebbe andato infatti al ballottaggio il senatore di Forza Italia Antonio D’Alì, suo acerrimo rivale dopo un lungo sodalizio politico. Anche D’Alì durante la campagna elettorale aveva avuto guai giudiziari: gli era stata infatti notificata una richiesta (che sarà discussa a luglio) di soggiorno obbligato dalla Procura di Palermo per «pericolosità sociale» dopo l’assoluzione dall’accusa di concorso in associazione mafiosa.
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