Prima delle amministrative dell’11 giugno, nei comuni con più di 15mila abitanti, il centrosinistra era amministrazione uscente in 81 comuni, il centrodestra in 42, il M5S in 3. Dopo il ballottaggio di ieri, e contando anche i comuni che hanno già eletto il nuovo sindaco al primo turno, il centrosinistra governerà in 50 comuni (quindi -31 il bilancio complessivo), il centrodestra in 54 (+12) e il movimento 5 stelle in 8 (+5). Questo, a conti fatti, è il bilancio politico di questa tornata amministrativa.
Il fenomeno delle liste civiche
La vera novità di queste amministrative è l’esplosione delle liste civiche: prima dell’11 giugno, governavano in 27 comuni su 160. Da oggi, i candidati espressione di movimenti non riconducibili immediatamente ai partiti tradizionali a livello nazionale governano in 47 realtà (+20 il bilancio). Finora, il fenomeno delle liste civiche era circoscritto soprattutto alle città sotto i 15mila abitanti, dove le tematiche espresse dai partiti nazionali sono meno sentite in una elezione locale e dove l’assenza del ballottaggio obbliga alla formazione di liste uniche (che raccolgono anche esperienze della società civile locale) per avere più chance di vittoria.
Il bilancio per i 5 stelle
Sotto la lente di queste amministrative c’erano soprattutto i 5 stelle, per testare la loro tenuta sul territorio, dove le tematiche nazionali tipiche dei grillini hanno meno presa. Nei comuni al voto in questa tornata, cinque anni fa i 5 stelle avevano vinto a Parma, Comacchio (provincia di Ferrara) e Mira (provincia di Venezia). Esclusi dal ballottaggio l’11 giugno i tutti i capoluoghi di Provincia tranne Asti (dopo il riconteggio al fotofinish), i 5 stelle sono andati al secondo turno in 9 medie città con più di 15mila abitanti: Carrara, Fabriano, Ardea, Guidonia Montecelio, Canosa, Mottola, Aqui Terme, Santeramo, Scordia. Solo a Carrara partivano primi al ballottaggio, ma il risultato finale li ha visti conquistare 8 di questi comuni (tutti tranne Scordia, in provincia di Catania), confermando la capacità dei grillini di attirare i voti dei partiti esclusi dal secondo turno (sia di centrosinistra che di centrodestra).
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