Questo articolo è del 28 giugno 2017. E’ costantemente rilanciato soprattutto da pagine o gruppi Facebook vicine alla Lega; per questa ragione appare tra gli articoli più letti del sito. Ma è riferito appunto non alla situazione attuale ma a quella dell’estate 2017.
Di fronte all’impennata degli sbarchi (12 mila migranti nelle ultime 48 ore) e alle mancanza di adeguate risposte delle istituzioni europee, il governo ha dato mandato al Rappresentante presso la Ue, l’ambasciatore Maurizio Massari di porre formalmente al commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos il tema degli sbarchi in Italia, spiegando che la situazione che l’Italia sta affrontando è «ai limiti della capacità di gestione», con un impatto sulla vita socio-politica del Paese. Per questo l’Europa non può voltarsi dall’altra parte. E, come anticipato oggi dal Sole 24 Ore, l’Italia potrebbe chiudere i porti alle navi di soccorso delle Ong che non battono bandiera italiana e non facciano parte di missioni europee.
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Sul tema, da Ottawa, ha fatto sentire la sua voce anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, che non ha nascosto la sua preoccupazione, perché «se il fenomeno dei flussi continuasse con questi numeri la situazione diventerebbe ingestibile anche per un Paese grande e aperto come il nostro». Mentre il premier Paolo Gentiloni, nel suo intervento al congresso della Cisl ha chiesto «ad alcuni Paesi europei di smettere di girare la faccia dall'altra parte perché questo non è più sostenibile».
Passo formale Italia con Ue: ipotesi blocco porti
In particolare il governo italiano, per motivare il suo passo formale davanti alla Commissione Ue, ha stigmatizzato il fatto
che tutte le navi che realizzano operazioni di salvataggio approdano nei porti italiani. Se questa prassi dovesse continuare
- sottolineano fonti diplomatiche del nostro Paese - si potrebbe arrivare a negare l’approdo nei porti per le navi che non
battono bandiera italiana. L’eventuale blocco dei porti italiani alle navi straniere che effettuano salvataggi di migranti
non riguarderebbe al momento, perciò, le unità navali inserite in Frontex, l’Agenzia cui spetta il controllo delle frontiere
esterne dell’Ue, e in Eunavfor med, l’operazione che ha il compito di contrastare nel canale di Sicilia i trafficanti di esseri
umani, alla quale partecipano 25 nazioni europee.
Discussed with Italian Ambassador our support after increasing numbers of arrivals in Italy. MS must deliver after… https://twitter.com/i/web/status/880066167662051332
– DimitrisAvramopoulos(Avramopoulos)
Avramopoulos (Ue) ammette: situazione Italia insostenibile
Una presa di posizione, quella italiana, alla quale ha replicato subito il commissario Ue Dimitris Avramopoulos, ammettendo
«l’Italia ha ragione nel dire che la situazione sulla rotta del Mediterraneo centrale è insostenibile». Di qui l’incontro
con il rappresentante italiano presso la Ue, per vedere come «migliorare il sostegno al Paese». «Abbiamo l’obbligo di salvare
vite - ha detto Avramopulos - ma non possiamo lasciare un pugno di Paesi ad affrontare questo. Il luogo per discuterne è la
riunione informale dei ministri degli Interni Ue a Tallin, la settimana prossima».
Mattarella: se avanti così sarebbe ingestibile
Gli appelli delle massime istituzioni italiane alla Ue a prendere maggiore consapevolezza del fenomeno si susseguono ormai
quotidiani. Oggi il capo dello Stato da Ottawa ha dichiarato che «se il fenomeno dei flussi continuasse con questi numeri
la situazione diventerebbe ingestibile anche per un Paese grande e aperto come il nostro». Lo ha evidenziato mparlando con
il primo ministro canadese Justin Trudeau, sottolineando al contempo che le migrazioni sono «un fenomeno epocale che non si
può cancellare alzando muri ma occorre governarlo con serietà », ma che va anche «governato assicurando contemporaneamente
la sicurezza dei cittadini». Ieri, sempre dal Canada, il presidente della Repubblica aveva spiegato che «l’Italia è in prima
linea nel Mediterraneo per salvare migliaia di vite umane nell'ambito di un fenomeno epocale». Ma aveva lamentato il fatto
che ciò accade ai confini dell’Europa, «senza ancora suscitare nel nostro continente né adeguata consapevolezza né l'emergere
di sensibilità sufficientemente condivise, necessario preludio di incisive azioni comuni».
“Le migrazioni sono un fenomeno epocale che non si può cancellare alzando muri, ma occorre governarlo con serietà ”
Sergio Mattarella, presidente della Repubblica
Gentiloni: Paesi Ue smettano di voltare faccia
«In queste ore siamo alle prese con la difficile gestione dei flussi migratori. Voglio ricordare che è un Paese intero che
si sta mobilitando per gestire questa emergenza, per governare i flussi, per contrastare i trafficanti» ha dichiarato il
premier Paolo Gentiloni, al congresso Cisl. E ha ammonito: «Non per soffiare sul fuoco, ma chiediamo all'Europa, ad alcuni
Paesi europei che la smettano di girare la faccia dall'altra parte perché questo non è più sostenibile».
Tajani: ascoltare grido allarme Italia, chiudere rotta mediterranea
«Dall’Italia arriva un grido d'allarme, un sos, non una richiesta di soldi: non possiamo lasciarla sola» ha commentato il
presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani al telefono con l’Ansa. Lo ha detto spiegando di aver «parlato con Juncker,
un colloquio positivo in cui ha ribadito che l'Ue non può voltare le spalle all'Italia. Dopo la chiusura della rotta dei Balcani,
è indispensabile chiudere anche quella del Mediterraneo centrale, non si possono avere più ritardi nella soluzione del problema»
Ok a fondo Ue da 3,3 mld per paesi origine
Da registrare comunque passi avanti anche sul fronte finanziario, con il via libera della Ue a un piano da 3,3 miliardi di
euro per aggredire le cause delle migrazioni, mobilitando investimenti privati nei paesi d'origine, grazie al cosiddetto 'effetto
leva', fino a una quota attesa nell'ordine dei 44 miliardi: l’accordo è stato raggiunto tra Consiglio e Parlamento europeo.
Quest'ultimo dovrà ora dare il suo ok formale con un primo voto in commissione affari esteri il 3 luglio e in plenaria il
6. Obiettivi del fondo: ridurre la povertà nei Paesi d'origine, creare posti di lavoro, sostenere le Pmi locali. Condizioni:
regole stringenti sui diritti umani e del lavoro e sulla trasparenza fiscale.
12mila sbarcati in 48 ore da 22 navi
Il flusso degli arrivi in Italia sta conoscendo in questi giorni picchi record. Si apprende da fonti diplomatiche a Bruxelles
che nelle ultime 48 in Italia si stanno facendo sbarcare 12 mila migranti, da 22 navi, molte di queste di organizzazioni non
governative. Oltre duemila migranti arriveranno giovedì in Calabria. Sono programmati due sbarchi, uno a Reggio Calabria, dove approderà la nave “Vos Hestia” con a bordo 1.065 migranti, e l'altro
a Corigliano Calabro, dove la nave “Aquarius” condurrà 1.035 migranti. L’Italia, sottolineano le fonti, continuerà a salvare
vite in mare come sempre ha fatto in questi anni, ma non è più sostenibile che tutto il peso dell’accoglienza debba gravare
sul nostro paese. Salvataggi e accoglienza non possono essere disgiunti e dunque il contributo dell’Ue non dovrà limitarsi
alle operazioni di soccorso in mare.
Sbarchi in crescita del 14,4%
I numeri sugli sbarchi aggiornati dal Viminale al 27 giugno parlano di 73.380 arrivi sulle coste italiane dall’inizio dell'anno,
rispetto 64.133 dello stesso periodo del 2016. Con una crescita del 14,5%. Tra le nazionalità prevalgono i nigeriani (11.988)
seguiti da bengalesi (7.459) e guineiani (7.040). I minori stranieri non accompagnati sbarcati sono stati 9.323. Il tutto
mentre procede sempre a rilento il programma di ricollocamento dei richiedenti asilo sbarcati in Italia in altri Paesi europei
che vi hanno aderito. Rispetto ai 40mila previsti, sono ancora 7.281, la maggior parte dei quali accolti dalla Germania (2.946,
di cui 2.731 adulti e 215 minori).
Sistema di accoglienza alle corde
Il sistema di accoglienza è alle corde: siamo oltre quota 190mila. Il piano di accoglienza 2017 per i Comuni, tarato su una
previsione di 200mila sbarchi, sarà rivisto quantomeno al rialzo del 10%, circa 220mila arrivi. E dai centri urbani impegnati
nell’accoglienza dove la giunta è cambiata dopo le ultime amministrative - con l’approdo di forze politiche di centrodestra
contrarie all’ospitalità migranti - possono arrivare problemi non da poco. Il 30 giugno al Viminale sarà presentato il piano
nazionale per l’integrazione al tavolo con gli enti territoriali, l’Unhcr e l’Oim. Al Comando generale della Guardia Costiera
il prossimo 13 luglio sono convocate le Ong (organizzazioni non governative): ci sarà un confronto e un sollecito per un maggior
coordinamento. Non solo nei soccorsi ma anche nel contrasto ai trafficanti di esseri umani.
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