Confronto a distanza, oggi, tra il segretario dem Matteo Renzi e il leader di Campo Progressista Giuliano Pisapia. Da Milano, dove chiude l'assemblea nazionale dei circoli Pd, primo importante appuntamento dopo la batosta alle Amministrative, il segretario dem attacca chi, dentro e fuori il partito, «prova a riscrivere il passato», mettendo in discussione la sua leadership. Noi, assicura «scriviamo il futuro». La risposta dell’ex sindaco di Milano Pisapia arriva poche ore dopo da piazza SS. Apostoli a Roma, con un appello all’unità e alla convergenza delle varie anime della sinistra: « Da soli non si va da nessuna parte», afferma Pisapia. «Non c'è altra strada, insieme», insiste, perchè il rischio delle divisioni è quello di consegnare «il nostro Paese alla destra, al populismo, alla demagogia». La politica, per Pisapia, «non è avere tanti like, non è l'Io, ma il Noi, Deve tornare ad avere significato per la vita quotidiana. Serve uguaglianza e giustizia sociale. Giovani e meno giovani per un futuro comune di tutti. Serve
discontinuità netta».
Renzi: «Nessuna nostalgia della sinistra con 12 sigle»
Quello che è in corso, spiega Renzi ai militanti dei circoli dem , «è un attacco contro il Pd. Ma così attaccano l'unica diga che c'è in Italia contro i populisti. Fuori dal Pd non c'è la rivoluzione socialista, marxista, leninista, ma M5s o la Lega. Fuori non c'è la sinistra di lotta e di governo ma la sconfitta della sinistra. E chi immagina il centrosinistra senza il Pd vince il premio nobel della fantasia ma non raggiunge alcun risultato concreto». Nella sua analisi, Renzi parla di un «virus dell'autodistruzione» che ritorna ciclicamente a colpire la sinistra italiana. «Quando le cose vanno bene, come dopo le primarie», spiega, «è partita immediatamente la polemica interna: mi attaccano? Ormai siamo abituati...uno più, uno meno, venghino signori venghino». Da parte sua, Renzi assicura a chi ipotizza la possibilità di mettere alla guida del partito un segretario “più inclusivo” e “meno divisivo”, di non avere alcuna nostalgia «dei tavoloni con dodici sigle di alleanze che si chiamavano Unione e pensavano a parlarsi male addosso e c'era chi diceva sì e poi andava in piazza contro il governo». Con quel meccanismo lì, ricorda ai delegati dei circoli dem, «l'Italia si è fermata non è andata avanti. Ho nostalgia dell'intuizione del Veltroni del Lingotto: stare insieme non contro qualcuno ma per qualcosa».
A Pisapia: «Ascolto tutti ma non mi fermo davanti nessuno»
Poi, l’intervento dell’ex premier vira sull’altro fronte che si sta costituendo a sinistra, con alla testa l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. A lui e a Bersani, l’ex segretario dem fuoriuscito dal partito, Renzi assicura di non avere «nulla da dire: Sono pronto a ragionare con tutti, ascoltiamo chiunque, ma sui temi del futuro dell'Italia non ci fermiamo davanti a nessuno. Ci devono dire sul merito delle questioni se è giusto un euro in cultura e uno in sicurezza, cosa pensano del bonus cultura... Il Pd parla di questo». E conclude sottolineando un concetto da sempre caro anche al dominus del centrodestra Silvio Berlusconi: «Il leader lo scelgono i voti, non i veti. Funziona così, si chiama democrazia».
La sfida di Pisapia a piazza SS. Apostoli
Nel pomeriggio, l’attenzione si sposta a Roma, in piazza Santi Apostoli - luogo simbolo dell'Ulivo – dove l’ex sindaco di Milano lancia il suo movimento per superare “da sinistra” l'esperienza del Pd renziano.«Oggi nasce la nuova casa comune del centrosinistra. Senza dimenticare il passato, ma radicalmente
innovativo», spiega Pisapia, che ringrazia i presenti e parla di «una piazza bellissima», piena nonostante le previsioni pessimistiche di molti: «Ci davano dei matti ma la abbiama riempita, è piena di sogni e di speranze e di storie vere».
Pisapia: se non si costruisce casa comune ne prenderò atto
L’unico modo per «prendere il destino nelle nostre mani», ricorda poi, «è essere uniti e innovativi, serve una casa comune nuova ma senza dimenticare le cose del passato, se non costruiremo qualcosa di radicalmente innovativo e inclusivo ne prenderò atto. Anche se alla fine non sarà necessario prendervi atto. voglio continuare a crederci». Pisapia parla in una piazza assolata e gremita di gente, preceduto dalle note di “Io ci sto” di Rino Gaetano, sotto una scritta di palloncini con lo slogan della manifestazione “Insieme”, presentato da Gad Lerner.
Bersani (Mdp): unica risposta può venire da c.sinistra largo
A spiegare l'obiettivo della manifestazione provvede anche uno dei suoi maggiori sponsor politici, Massimo D'Alema, che al suo arrivo in piazza - luogo simbolo dell'Ulivo prodiano - sottolinea la necessità di «una grande affermazione elettorale, un grande successo, in modo da riaprire la partita con il Pd». Più chiaro la lettura del quadro politica a sinistra da parte di Pierluigi Bersani, che nel suo intervento ricorda che l'unica risposta alla crisi del Paese «può venire da una sinistra di governo che alzi le sue bandiere, che può prendere solo la forma di un centrosinistra largo e plurale. Con meno di questo non ce la
facciamo, possiamo fare solo una nobile testimonianza. Ed il Pd non è nelle condizioni di suscitare e promuovere questo centrosinistra largo. Ha pensato e pensa che il centrosinistra si riassume nel Pd ed il Pd nel capo».
Scotto (Mdp): porteremo la fantasia al potere #insieme
Accanto a D’Alema molti degli esponenti di primo piano degli “scissionisti” Pd, come Stefano Fassina con l'intera delegazione di Sinistra Italiana, Angelo Bonelli dei Verdi e Pippo Civati di Possibile, giornalisti e lavoratori de l'Unità non più in edicola. In piazza anche Livia Turco, Luigi Manconi, Bruno Tabacci, Franco Monaco, Vasco Errani, e gli ex presidenti della Consulta Giovanni Maria Flick e Valerio Onida. «Per #Renzi chi vuol fare il centrosinistra senza #Pd vince Nobel della fantasia. Scommettiamo: porteremo la fantasia al potere #1nsieme», twitta il deputato di Mdp Arturo Scotto, in risposta al discorso del segretario dem.
Platea composita per Pisapia
Composito e “sperimentale” invece il popolo di sinistra che si riunirà nel cuore della Capitale per ascoltare attorno alle 16.30 l'atteso intervento dell'ex sindaco di Milano. Oltre ai simpatizzanti di Pisapia il «campo largo e plurale con al centro i valori della giustizia sociale e dell'uguaglianza», così come annunciato dal coordinatore di Articolo 1 Roberto Speranza comprende innanzitutto gli ex Pd bersaniani confluiti in Mdp, ma anche Centro Democratico e “Possibile” di Pippo Civati. Sul palco anche tanta società civile: dalla presidente Arcigay Francesca a Stefania Catallo del centro anti-violenza di Tor Bella Monaca, dal costituzionalista Valerio Onida ad Alessio Gallotta, che per la Cgil si occupa del caso Amazon in Lombardia. In platea mezzo centrosinistra: dagli orlandiani del Pd (tra gli altri, il ministro della Giustizia Orlando e il Governatore del Lazio Zingaretti) a Retedem, da nomi simbolo del centrosinistra del Sud come Antonio Bassolino alla presidente della Camera Laura Boldrini.
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