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Gentiloni, sui migranti la collaborazione è insufficiente

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in chiusura del g20 di amburgo

Gentiloni, sui migranti la collaborazione è insufficiente

Paolo Gentiloni durante la conferenza stampa al G20 (EPA)
Paolo Gentiloni durante la conferenza stampa al G20 (EPA)

Si chiude il G20 con un compromesso (al ribasso) sul commercio, e anche sul clima si rimarcano le differenze. Ma l'Italia guarda soprattutto al tema dell'immigrazione, che al di là delle dichiarazioni di solidarietà di maniera deve trovare una collaborazione concreta, in Europa. Nella conferenza stampa al termine dei lavori il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha ribadito «l'Italia è dalla parte della ragione» a prescindere dai «passi avanti, del tutto insufficienti». Il confronto più duro in questo momento è con la Francia che chiude le porte ai «migranti economici» (quindi a quelli senza status di rifugiati), e che sono l'85% della cifra complessiva.

Il nostro non sarà uno sforzo illimitato

«Con la Francia abbiamo punti di vista diversi, non mi aspetto conversioni improvvise» da parte di vicini e alleati ma «l'attenzione di tutti è sul fatto che l'Italia sta facendo uno sforzo importantissimo, che rivendico a testa alta sul terreno del salvataggio e dell'accoglienza. Ma contemporaneamente i nostri vicini sanno che questo sforzo non può essere illimitato e fatto solo da noi».

Renzi sui migranti? Parole ragionevoli

Poi una domanda sulle affermazioni contenute nel nuovo libro di Matteo Renzi, anticipate ieri, sull'aiuto ai migranti «a casa loro», frasi che hanno innescato una polemica politica del giorno. «Non commento libri che non ho letto. Penso che la cosa che ha scritto Matteo in un libro che non ho letto ma ho visto sui giornali o leggerò nei prossimi giorni è una cosa che se uno la vuole leggere in modo onesto è assolutamente ragionevole» ha detto Gentiloni ricordando l'importanza delle cooperazione con i paesi d'origine e di transito. E ha aggiunto: «Se poi uno, come accade nello specchio italiano, vuole leggere quelle parole 'aiutiamoli a casa loro' come a voler dire che se vogliono venire a casa nostra li mitragliamo, li cacciamo, sarebbe un'idea bizzarra», ha aggiunto il premier.

«Il governo Renzi, cui ho fatto parte come ministro degli Esteri, ha sviluppato una politica su queste materie ed il nostro messaggio è che bisogna tenere insieme diversi pezzi» ha aggiunto.

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