Si fa sempre più massiccio il flusso degli arrivi di migranti sulle coste italiane: circa 5.000 secondo i numeri forniti dalla Guardia Costiera, soccorsi nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia, sono sbarcati questa mattina in vari porti del Sud Italia. Un totale che sale a circa 6.500 se si contano anche i 1.500 migranti che sbarcheranno domani. Questa la situazione degli sbarchi di oggi. A Vibo Valentia è attraccata la nave “Vos Hestia” di Save the Children con circa 550 migranti; la “Vos Prudence” di Medici Senza Frontiere è arrivata a Salerno con 935 migranti; la “Acquarius” di Sos Mediterranee ha sbarcato a Brindisi 850 profughi, tra cui 172 minori e un bambino di 3 giorni nato a bordo della nave, il piccolo Chris; la nave “Diciotti” della Guardia Costiera sbarca a Catania con 1.400 migranti; infine la “Olympic Commander” (norvegese, inserita nel dispositovo Frontex) è arrivata a Crotone con 1200 persone.
In arrivo domani altri 1.500 migranti
Domani sono invece già previsti gli sbarchi della nave “Echo” a Bari con circa 620 migranti e la nave “Rhein” a Corigliano Calabro con 900 persone. In totale altri 1520 profughi circa. I dati aggiornati al 13 luglio parlano di 86.123 migranti sbarcati, con un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2015. A giugno sono stati 24.800 gli arrivi di migranti in Italia lungo la rotta del Mediterraneo Centrale, con un aumento dell'8% rispetto al livello del mese precedente.
Di Maio a Ventimiglia: se a governo presentiamo conto a Francia
Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio è stato oggi a Ventimiglia al parco Roja che ospita circa 500 migranti e che di recente è stato ampliato. Duro l’attacco alla politica della Francia che rimanda in Italia tutti i migranti che ritiene siano entrati in territorio francese dall’Italia. «Se andiamo al governo la prima cosa da fare è fare pagare il conto alla Francia per i soldi che si stanno spendendo a Ventimiglia per il loro egoismo» ha detto Luigi Di Maio che ha accusato la Francia di «respingere decine e decine di migranti alla frontiera
e allo stesso tempo di chiudere con un muro la sue frontiere col cosiddetto
regolamento di Dublino». E ha chiosato: «L'Ue finisce a Ventimiglia. Oltre la frontiera c'è l'egoismo non l'europeismo».
Sindaco: Civitavecchia non può ospitare hotspot
Va ricordato che è in arrivo il raddoppio degli hotspot, i centri post-sbarco chiesti dall'Ue per identificare i migranti. Oggi attivi a Lampedusa, Pozzallo, Taranto e Trapani, con 1.600 posti in totale: Minniti ne annuncerà il raddoppio. Entro l'anno partono Messina e Palermo, più Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia: sono circa 2milaposti in più. Ma tra le città che potrebbero ospitare un hotspot c’è anche Civitavecchia. Un’ipotesi che vede la netta contrarietà del sindaco M5s «Civitavecchia non è nelle condizioni di diventare un hotspot per l’accoglienza dei migranti» ha detto Antonio Cozzolino a conclusione del sopralluogo di questa mattina in porto alla presenza delle varie istituzioni e delle forze dell’ordine. In realtà, secondo quanto riferito dall’Ansa, non ci sarà un hotspot permanente a Civitavecchia, ma il porto della città laziale potrà essere utilizzato per alleggerire la pressione che grava sui porti siciliani per l'arrivo delle navi cariche di migranti.
Confronto a 28 per rinnovo Operazione Sophia
Intanto è sempre aperto il fronte europeo. Confronti sono in corso con Bruxelles sul codice di condotta per le Ong, che l'Italia vuole attivare al più presto. Insieme alla revisione delle regola dell’operazione Triton (che indicano attualmente nell'Italia il solo Paese di sbarco dei migranti soccorsi nel Mediterraneo) gestita da Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere ), con la richiesta italiana è di «regionalizzare» gli sbarchi, aprendo i porti Ue alle navi con a bordo i migranti soccorsi in mare per alleggerire la pressione sugli scali siciliani e calabresi. Ma il confronto a 28 è aperto anche sul rinnovo del mandato dell’Operazione Sophia (in scadenza il 27 luglio), la missione militare europea a ridosso delle acque territoriali libiche lanciata nell'estate 2015 con l’obiettivo soprattutto di contrastare l’azione degli scafisti e già rinnovata per un anno nel 2016. Anche in questo caso il nodo riguarda le modalità degli sbarchi dopo i salvataggi, sui quali a suo tempo ci fu accordo politico perché avvenissero tutti in Italia nella cornice legale fissata per l'operazione Triton di Frontex.
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