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Ius soli, Gentiloni: mancano le condizioni per il sì entro…

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Impegno per approvazione in autunno

Ius soli, Gentiloni: mancano le condizioni per il sì entro l’estate

E alla fine arriva il passo indietro. «Tenendo conto delle scadenze non rinviabili in calendario al Senato e delle difficoltà emerse in alcuni settori della maggioranza non ritengo ci siano le condizioni per approvare il ddl sulla cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia prima della pausa estiva. Si tratta comunque di una legge giusta. L'impegno mio personale e del governo per approvarla in autunno rimane». Poche chiare parole dal premier Paolo Gentiloni mettono fine al lavorio degli ultimi giorni alla ricerca di un compromesso utile su parte del testo. Troppe le incognite, e troppo altro il rischio, sul cammino della controversissima legge a Palazzo Madama dove all’ostilità di Ap si sarebbero potuti aggregare i voti contrari di autonomisti e Ala, col risultato di mettere a rischio la quota necessaria per tenere in vita il governo.

Il plauso di Alfano: bene Gentiloni, diremo sì
E dunque al vicesegretario dem e ministro Maurizio Martina non rimane che prendere atto a stretto giro della situazione («sullo ius soli il Pd seguirà l'indicazione proposta dalle valutazioni del presidente Gentiloni. Come sempre detto, siamo al suo fianco. La legge per la nuova cittadinanza rimane per noi un obiettivo importante»). Nelle scorse ore come via d’uscita era anche emersa la possibilità di un maxiemendamento del governo che, modificando l’articolato in qualche passaggio, costringesse la proposta di legge a tornare alla Camera per il via libera definitivo. A quel punto, era l'idea, i centristi e gli altri resistenti nella maggioranza avrebbero potuto non partecipare al voto di fiducia al Senato e esprimersi contro il provvedimento a Montecitorio, senza minare così la sopravvivenza dell’esecutivo. Niente di fatto. Mediazione non raggiunta. Chi plaude alla scelta è naturalmente il ministro degli Esteri e leader di Ap Angelino Alfano. «Il presidente del Consiglio ha gestito la vicenda dello ius soli con realismo, buonsenso e rispetto per chi sostiene il suo Governo. Apprezziamo molto. Al tempo stesso, ribadiamo che su questo provvedimento abbiamo già detto sì alla Camera e lo stesso faremo al Senato dove una discussione più serena permetterà di migliorare il testo, senza che il dibattito si mescoli alla faticosa gestione dell'emergenza di questi giorni». Si vedrà insomma.

Gasparri: resa di Gentiloni è nostra vittoria
A detta del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri la «resa» di Gentiloni sullo ius soli è «una vittoria di Forza Italia». «Della Lega (che più di tutti si è opposta in Parlamento) ma soprattutto vostra, che in rete vi siete mobilitati a migliaia! Se ci riproveranno, ci ritroveranno pronti. Grazie e avanti così: stop invasione», si vanta su Facebook il segretario del Carroccio Matteo Salvini. Tweet di Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera: «Ius soli, bagno di realismo di @PaoloGentiloni. Sconfitta politica @matteorenzi e @pdnetwork. Premiata posizione coerente e decisa @forza_italia». Più diplomaticamente, di «scelta capace di rasserenare il clima politico e i lavori in Aula al Senato, già congestionato dalle tante scadenze» parla il collega di partito Paolo Romani. L’augurio del capo dei senatori azzurri e che la decisione consenta adesso alle forze politiche «un vero confronto sulle reali priorità ed emergenze del Paese», questione migranti in primis.

Ius soli, come funziona in Europa

Ma per Mdp il rinvio è un errore, «non cedere alla destra»
Ben altra la reazione sul fronte sinistro della maggioranza. «Per noi lo ius soli è e resta una priorità. Ogni arretramento o rinvio è un errore. Soprattutto in questo momento». Roberto Speranza, coordinatore di Mdp, avverte: «Nessun cedimento culturale alla propaganda della destra». Non ci si dà ancora per vinti da quella parte. «Il governo può decidere liberamente sul mettere o meno la fiducia. Ma lo ius soli come tutte le leggi può essere sottoposto al voto in parlamento anche senza fiducia», dichiara Maria Cecilia Guerra, capogruppo di Articolo1 - Movimento democratico e progressista al Senato. «È già calendarizzato in aula e noi ci batteremo perché non venga rimandato. Vedremo che posizione prenderanno il Pd e Ap in aula. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità senza ipocrisie. È stato rimandato a dopo il referendum e poi a dopo le amministrative e adesso si promette che lo si voterà a settembre. Con quale credibilità? Noi non ci stiamo». Per il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, dopo l'annuncio del premier, «affonda la propaganda e riemerge la realtà di questo Pd e di questo governo».

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