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Zampa: «Sullo Ius soli si sacrifica un principio di giustizia a una…

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intervista: Perché sì

Zampa: «Sullo Ius soli si sacrifica un principio di giustizia a una logica di marketing elettorale»

Rinviato a settembre, spiaggiato dalle polemiche, il disegno di legge sullo Ius soli è vittima «di una grande confusione dell’opinione pubblica fra lo Ius soli e l’arrivo dei migranti e di campagne di informazione ad hoc di destra e M5s, insomma di tutti quelli che della legge sullo Ius soli non ne vogliono sapere. Ignorando che è una legge che ci renderebbe semplicemente un paese civile». È indignata l’onorevole Sandra Zampa del Pd per il rinvio a settembre dello Ius soli, il disegno di legge che introdurrebbe nel nostro ordinamentto altre due modalità di acquisizione della cittadinanza per i figli minori di genitori stranieri: lo ius soli “temperato” e lo ius culturae.

«Paghiamo il prezzo di non averla approvata subito»
Il premier Paolo Gentiloni, dopo tante discussioni che hanno fatto temere per la stabilità del Governo, ha deciso che, pur trattandosi di «una legge giusta», «non ci sono le condizioni per approvare la legge prima dell'estate». Se ne riparlerà dopo le vacanze, probabilmente in autunno. Un ddl con un percorso a ostacoli, protagonista di un'impasse che ha tenuto fermo il provvedimento a palazzo Madama dall’ottobre 2015, subito dopo essere stato licenziato dalla Camera.

«Oggi paghiamo il prezzo di non averla approvata subito anche a palazzo Madama, quando c’erano i numeri e gli accordi per farlo. Spero che Gentiloni in autunno abbia il coraggio di andare avanti», sottolinea Sandra Zampa al Sole24ore.com. Una legge stoppata per più di un anno e mezzo. Poi un nuovo colpo d’acceleratore in primavera e l’approdo in aula al Senato a metà giugno segnato da animate proteste, urla, improperi e dall’occupazione dei banchi del governo da parte dei leghisti, con la ministra dell’Istruzione Fedeli in infermeria e un contuso con due dita steccate (il presidente del gruppo leghista Gian Marco Centinaio).

Lo spettro delle elezioni agita la politica
«Purtroppo oggi con lo spettro delle elezioni - ricorda l’onorevole Zampa - si sta sacrificando un principio di giustizia a una logica di marketing elettorale. La legge è diventata una bandiera per quei politici che vedendo avvicinarsi le urne, con il venir meno di una larga coalizione, sono spinti a esasperare le loro identità politiche a caccia di consensi. Addirittura si contendono il merito di aver bloccato la legge. E la sorpresa sono stati anche tanti parlamentari cattolici che hanno sacrificato i loro valori religiosi in favore della partita elettorale».

Subito i regolamenti attuativi della legge sui minori non accompagnati
Per la deputata, che è stata promotrice della nuova legge sui minori non accompagnati che aveva l’obiettivo di rafforzare le tutele nei confronti dei minori che arrivano in Italia da soli e garantire un’applicazione uniforme delle norme per l’accoglienza su tutto il territorio nazionale, servono subito i decreti attuativi di quella legge, che avrebbero risolto, per esempio, il problema dei 30 minori migranti inviati dal prefetto di Messina in un ex albergo a Castel Umberto, in provincia di Messina, scatenando le proteste di parte degli abitanti che hanno bloccato le vie d’accesso. «Se ci fossero stati i regolamenti attuativi avrebbero risolto il problema. È necessario approvarli con urgenza imponendo alle strutture di adeguarsi ai cambiamenti richiesti dalla nuova legge. L’applicazione delle norme avrebbe impedito ai minori di restare nel centro per più di una notte».

Agire con rigore contro quei paesi che rifiutano l’accoglienza
Invece, sostiene Sandra Zampa, «dobbiamo fare di più. Da una parte l’Italia ha il grande merito di aver dato la possibilità di sopravvivenza a tanti migranti, dall’altra abbiamo un limite, che è la possibilità di integrare. Bisogna agire con rigore, con sanzioni ed espulsioni, per quei Paesi europei che rifiutano di fare la loro parte nell’accoglienza. Si entra in Europa, ma non ci si resta se non si seguono le regole. E serve in Libia un presidio delle Ong o dell’Unhcr per lavorare insieme alle autorità locali, senza essere in balia di chi fa tratta di esseri umani».

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