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Migranti, Minniti: no condizioni per stato emergenza

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Migranti, Minniti: no condizioni per stato emergenza

«Né il ministero né il governo ritengono sussistere le condizioni» per dichiarare lo stato di emergenza umanitaria per il tema migranti. Lo ha detto il ministro dell’Interno Marco Minniti al question time alla Camera. «La politica sui flussi migranti - ha aggiunto - salvo eventi straordinari, deve essere affrontata in modo strutturale e lontano da logiche emergenziali». Intanto però aumentano gli sbarchi. I dati del Viminale aggiornati al 19 luglio parlano di 93.335 migranti approdati, con un aumento del 16,7% rispetto allo stesso periodo del 2016

Minniti: obiettivo è regionalizzazione approdi
Il ministro ha ribadito che obiettivo del governo è rivedere le regole dell’operazione Triton di controllo delle frontiere (che indicano nell’Italia il solo Paese di sbarco dei migranti soccorsi nel Mediterraneo), gestita dall’agenzia europea Frontex, aprendo i porti Ue alle navi con a bordo i migranti soccorsi nel Mediterraneo Centrale, per alleggerire la pressione sugli scali siciliani e calabresi. Minniti ha assicurato che Frontex si è detta «sensibile e disponibile» a rinegoziare gli accordi in tema di immigrazione, così come richiesto nei giorni scorsi dall'Italia, e «il 24 luglio ci sarà il primo incontro bilaterale con l'obiettivo della regionalizzazione degli approdi».

Il 25 luglio incontro con Ong a Viminale
Quanto al Codice di condotta per le Ong che operano nel canale di Sicilia, dopo il via libera (con rilievi) della Ue, «la bozza è stata già strasmessa ieri alle organizzazioni umanitarie e per il 25 luglio è previsto un incontro al Viminale» con le stesse Ong. Il Codice, ha detto Minniti, «assume importante rilievo» dal momento che «nei prime sei mesi di quest'anno il 34% delle persone salvate in mare sono state tratte in salvo dalle navi delle Ong. Tra le regole previste: l’impegno a non stazionare nelle acque libiche per consentire alla Guardia costiera libica di esercitare la sua attività di controllo e di salvataggio. Stop alle segnalazioni luminose o via radio che possono agevolare trafficanti o partenze. Divieto di spegnere il transponder – strumento di localizzazione – di bordo. Consentire la presenza a bordo di un ufficiale di polizia giudiziaria. Dichiarare le fonti di finanziamento. Non trasportare migranti su altre navi, che siano italiane o appartenenti agli assetti
internazionali, tranne che in una situazione di emergenza. Regole il cui varo è stato accelerato dalle polemiche e dalle indagini condotte da alcune procure siciliane sui possibili contatti tra trafficanti di essere umani e alcune Ong.

Save the Children: su codice Ong aspetti da chiarire
Un codice che suscita perplessità tra le Ong impegnate nelle operazioni di soccordo. Save the Children, che ha ricevuto il testo e la convocazione da parte del ministero dell'Interno per un confronto sulla bozza sostiene che «le attività di ricerca e soccorso svolte con la nave Vos Hestia a partire dal 2016 sono già corrispondenti alla maggior parte delle indicazioni contenute nel testo in discussione e sono quindi in linea con le modalità operative con cui è stata sempre svolta l'attività di Save the Children, che sin dall’inizio ha operato
in stretto contatto con le autorità e sotto il coordinamento della Guardia Costiera. Per una più completa valutazione del nuovo Codice di Condotta proposto - prosegue la Ong - sono tuttavia necessari maggiori approfondimenti su alcuni punti e che riguardano in particolare gli aspetti tecnici legati all’impegno di non effettuare trasbordi e a ricevere a bordo, su richiesta, funzionari di polizia giudiziaria».

“La politica sui flussi migranti, salvo eventi straordinari, deve essere affrontata in modo strutturale e lontano da logiche emergenziali”

Marco Minniti, ministro dell’Interno 

Meno metà dei Comuni accoglie
Tornando all’audizione, il ministro dell’Interno ha ricordato come «l’intensità degli sbarchi abbia indotto il governo a ridisegnare i meccanismi dell'accoglienza dei migranti e si è da tempo affermata la consapevolezza del coinvolgimento dei territori, perché questo tema non deve trasformarsi in una ragione di conflitto capace di minare la coesione territoriale». Ma «i Comuni che fanno accoglienza, 3.153, sono ancora oggi meno del 50%». Domani «incontrerò i vertici dell'Anci: per noi i sindaci sono un alleato strategico» ha aggiunto Minniti.

«Aumentate espulsioni di irregolari»
Il responsabile del Viminale ha poi rivendicato un aumento delle espulsioni degli irregolari. «Abbiamo introdotto provvedimenti per innalzare il numero delle espulsioni, con un sistema informativo per il tracciamento degli irregolari e col potenziamento dei centri per i rimpatri» ha detto al question time Minniti,
indicando che dal primo gennaio alla metà di luglio sono stati individuati 25mila irregolari, il 19,45% in più dello scorso anno, e sono stati allontanati 12.206 allontanati (+27,2%). Ci sono state inoltre 65 espulsioni per motivi di sicurezza
nazionale, contro le 34 dello stesso periodo dello scorso anno.

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