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Una persona su 10 attende oltre un mese per medicinali indispensabili

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CURE FUORI DALL’OSPEDALE

Una persona su 10 attende oltre un mese per medicinali indispensabili

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

Un cittadino in assistenza domiciliare su dieci aspetta oltre un mese medicinali indispensabili e lo stesso tempo serve per avere una carrozzina per un paziente su tre o un letto antidecubito per un malato su tre. Il fisioterapista arriva dopo dieci giorni per un paziente su cinque. Trovare un medico specialista nel 60% dei casi è impossibile, va meglio per gli infermieri spesso disponibili ma c’è grave carenza di Operatori socio sanitari (i professionisti che aiutano i pazienti ad alzarsi a vestirsi o nell’igiene personale).

Case di riposo e residenze protette sono presenti a macchia di leopardo e a parte poche regioni virtuose (Veneto, Piemonte , Toscana) il loro numero è largamente insufficiente. I centri diurni per l’Alzheimer o l’autismo si trovano con il lanternino. E troppe aree restano scoperte anche sulle cure palliative per i malati terminali, con gli hospice diffusi in modo disomogeneo. Questi i principali risultati del Monitoraggio dei servizi sul territorio, fuori dall’ospedale dentro le mura domestiche, realizzato da Cittadinanzattiva - Tribunale per i diritti del malato con il contributo non condizionato di ABBVIE e presentato oggi a Roma. La rilevazione è stata condotta tramite questionari rivolti agli assessorati regionali, Asl, Distretti, Responsabili di Unità complesse di cure primarie e 1.800 pazienti.

SERVIZI SUL TERRITORIO: LE DIFFORMITÀ REGIONALI
(Fonte: Monitoraggio dei servizi sul Territorio - Cittadinanzattiva, 2017)

La promessa mancata delle cure sul territorio
Insomma se da un lato la riorganizzazione avviata con il Dm 70/15 sulla rete ospedaliera - teoricamente riservata ai casi più gravi - ha comportato la chiusura di strutture ritenute inefficienti e tagliato pesantemente i posti letto nel 60% delle regioni (dal 21,5% in meno nel Molise allo 0,11% della Toscana), dall’altro lato è stata disattesa la promessa di un’assistenza H24 sul territorio. Il risultato è che fuori dall'ospedale, l’assistenza sanitaria pubblica è un colabrodo e la continuità di cura dopo le dimissioni o la presa in carico di pazienti cronici restano spesso una chimera, con cure domiciliari difficili da attivare e tempi di attesa insostenibili.

I familiari spendono fino a mille euro al mese per l’assistenza
Il risultato è che i familiari si sacrificano e pagano l’assistenza di tasca propria, arrivando a spendere fino a mille euro al mese, tra farmaci, integratori alimentari, badante, fisioterapista, materiale sanitario. E quando si ha bisogno di cure e il proprio medico di base non c’è, il 33,87% è costretto a rivolgersi al Pronto soccorso. «Di fronte a confusione, difformità, ritardi e iniquità nell’offerta di servizi sanitari territoriali che abbiamo rilevato – spiega Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva - abbiamo una proposta chiara. È urgente che Stato e Regioni lavorino a un DM 70 dell’assistenza territoriale che, analogamente a quanto si è fatto per gli ospedali, definisca gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici da garantire a tutti i cittadini in tutte le aree del Paese: dal nord al sud, nelle grandi città come nei piccoli centri e nelle aree interne più disagiate. Abbiamo bisogno di poter contare non solo sull’ospedale, ma di trovare nel territorio un punto di riferimento affidabile e presente sempre. È ora di passare dalle enunciazioni e promesse ai fatti».

ASSISTENZA DOMICILIARE: I TEMPI DI ATTESA
(Fonte: Monitoraggio dei servizi sul Territorio - Cittadinanzattiva, 2017)

Case di riposo e residenze protette a macchia di leopardo
Le residenze sanitarie assistenziali sono più numerose in Veneto (789), Piemonte (605) e Toscana (319) ma nelle altre regioni il numero è mediamente meno di un decimo della Toscana. I centri diurni per l’Alzheimer non coprono il fabbisogno delle famiglie (si va da un minimo di 1 in Molise ad un massimo di 109 in Veneto, passando per i 4 della Campania, gli 8 della Puglia, gli 11 dell'Umbria) e non va meglio per i centri destinati ai pazienti autistici (presenti solo nel 60% delle regioni). Scarsa attenzione alle cure palliative e al dolore pediatrico con reti cliniche dedicate solo nel 70% delle regioni.

La salute digitale è a singhiozzo
La sanità è informatizzata nel 90% delle regioni e medici di famiglia e pediatri sono quasi tutti integrati in rete. Ma solo nel 56% dei casi il sistema sanitario digitale regionale è integrato con il sociale e una regione su due ha un piano di sviluppo per l’e-health. Solo il 67% degli ospedali sono in rete fra loro e il 78% dei servizi territoriali. Questo significa che alcuni ospedali e servizi territoriali non riescono a dialogare fra loro nonostante nella regione sia presente un sistema informatizzato. E nel 22% dei casi ospedale e territorio non comunicano. Diffusa la presenza di Cup (circa il 70%). Ancora al ralenti nel 44% delle regioni il Fascicolo sanitario elettronico, che raccoglie in rete tutte le informazioni sanitarie sul paziente.

Cure domiciliari lumaca
Per oltre il 16% dei cittadini le procedure per attivare l’assistenza domiciliare sono complicate e il 20,78% attende oltre 10 giorni per riceverle, con gravi conseguenze sulla qualità di vita del paziente. Scarsa l’attenzione alla misurazione del dolore e alle informazioni date ai familiari per gestirlo (in 4 casi su 5 i caregiver non hanno informazioni sufficienti). Se si ha bisogno di parlare con un professionista sanitario in orario diverso da quello della presenza a casa, la reperibilità si concentra nella fascia oraria 7-14, e comincia a ridursi drasticamente dalle 14 in poi. E infatti più di un cittadino su due integra a proprie spese la badante per assicurare l'assistenza di cui ha bisogno. Più di un cittadino su 10 intervistato sostiene oltre mille euro al mese tra farmaci, integratori alimentari, badante, fisioterapista, materiale sanitario.

ASSISTENZA DOMICILIARE: I PROBLEMI PER I CITTADINI
(Fonte: Monitoraggio dei servizi sul Territorio - Cittadinanzattiva, 2017)

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