«Spetterà al Governo trovare, calibrando le richieste delle parti politiche, il giusto equilibrio dei conti dello Stato per il prossimo anno, sulla base delle linee della Nota di aggiornamento al Def predisposta dal ministro Padoan e votata dal Parlamento, con l'intento di sostenere la ripresa - con particolare attenzione all'occupazione giovanile, i cui dati restano preoccupanti - e proseguire nel percorso di aggiustamento dei conti pubblici, in piena condivisione con l'Unione europea ed evitando possibili intenti speculativi”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso durante la cerimonia del Ventaglio, il tradizionale saluto alla stampa parlamentare prima dell’estate. Ha anche puntualizzato che non si candiderà alle prossime elezioni in Sicilia.
Non abbiamo ancora sconfitto la mafia
Il presidente del Senato ha parlato anche di mafia. «Se abbiamo sconfitto la 'cosa nostra' violenta, stragista e sanguinaria, non possiamo dire lo stesso di quella capace di sparire, inabissarsi e ricomparire sotto altre forme. In particolar modo abbiamo assistito ad una rapida evoluzione delle mafie, sempre più passate dalle intimidazioni alla corruzione, soprattutto fuori dai territori d'origine, e alla loro pericolosissima capacità di infiltrarsi, a tutti i livelli, nella società, nell'economia, nella politica locale e nazionale, nella Pubblica Amministrazione». Ha ricordato la recente approvazione della riforma del Codice Antimafia sottolineando più volte come mafia e corruzione siano certamente connesse.
Possibile una riforma condivisa dei regolamenti
Parlando della riforma dei regolamenti parlamentari il presidente del Senato ha detto di credere che « ci sia la concreta possibilità di realizzare in questa legislatura modifiche condivise, anche se limitate ad alcuni specifici punti, ma comunque dirette ad accelerare l'iter legislativo, semplificare le procedure e ad aumentare l'efficienza del nostro sistema parlamentare». Per Grasso l’attuale bicameralismo può essere profondamente trasformato, a Costituzione invariata, proprio attraverso l’innovazione delle procedure parlamentari.
Concorrenza: ritardare dà immagine di un Paese prigioniero dei veti
Poi la legge sulla concorrenza: Grasso crede che rimandarla ulteriormente «restituisca l’immagine di un Paese prigioniero di veti incrociati e incapace di produrre il cambiamento necessario in molti settori strategici per la crescita e lo sviluppo economico e sociale». Per Grasso si deve «fare tutto il possibile per concludere in questa legislatura l'esame di alcuni provvedimenti molto importanti: norme che incidono sulla vita dei cittadini, sull'economia, sugli investimenti, sulla giustizia, sulla libertà di informazione».
#Ventaglio.Abbiamo parlato di #immigrazione, #leggeelettorale, leggi in sospeso e molto altro.Qui discorso completo… https://twitter.com/i/web/status/888035523230609408
– Pietro Grasso(PietroGrasso)
Legge elettorale: a settembre riprenda il dialogo
Sul fronte della legge elettorale Grasso auspica che da settembre riprenda, alla Camera o in Senato, «il dialogo tra i Gruppi per dare al Paese una legge chiara e funzionale, che tenga nel giusto equilibrio il principio costituzionale della rappresentanza e l'esigenza politica della governabilità».
Ius soli: l’integrazione rende il paese più forte
Parlando dello Ius soli Grasso auspica «che l’augurio, da più parti condiviso, possa tradursi nell'approvazione di questa legge». Personalmente ritiene che «offrire a chi nasce, studia e cresce in Italia la possibilità di sentirsi pienamente parte della nostra comunità nazionale serva a rendere il nostro Paese più forte e sicuro».
Migranti: soffiare sulla paura ci indebolisce
Per Grasso salvare vite umane e accogliere i rifugiati non è un atto di buon cuore ma un dovere giuridico sancito dalla nostra Costituzione e dai trattati internazionali. E «soffiare sulla paura, diffondere odio e cavalcare il disagio - ha detto Grasso - espone la nostra comunità a un progressivo indebolimento. La paura è un sentimento legittimo, cui la politica deve prestare ascolto e attenzione: i partiti, i movimenti e i loro leader devono riappropriarsi del compito di accompagnare i cittadini, ascoltandone gli umori senza subirli, e di mostrare loro una visione complessiva dei problemi senza accettare le lusinghe di un facile quanto effimero consenso».
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