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No di Msf al Codice delle Ong, sì di Save the Children. Il…

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L’INCONTRO AL MINISTERO

No di Msf al Codice delle Ong, sì di Save the Children. Il Viminale: conseguenze per chi non ha firmato

Alla fine Medici senza frontiere ha detto no e nell’incontro tra ong e ministero dell’Interno che si è tenuto oggi al Viminale non ha firmato il codice delle Ong, ossia le nuove regole di condotta da applicare nelle operazioni di salvataggio in mare dei migranti. Hanno invece accettato le nuove regole Save the children e Moas . Proactiva Open Arms, spiega una nota emessa dal Viminale al termine dell’incontro, «ha fatto pervenire una comunicazione con la quale ha annunciato la volontà di sottoscrivere l’accordo». Porta chiusa da parte dell’altra ong presente oggi al ministero: la tedesca Jugend Rettet. Non hanno partecipato all’incontro Sea Watch, Sea Eye e Association Europeenne de sauvetage en mer.

Il Viminale: conseguenze per Ong non firmatarie
Al termine dell’incontro il ministero dell’Interno ha sottolineato che «l’aver rifiutato l’accettazione e la firma del Codice di condotta pone quelle organizzazioni non governative fuori dal sistema organizzato per il salvataggio in mare, con tutte le conseguenze del caso concreto che potranno determinarsi a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse».

L’organizzazione Msf, sottolinea ancora il Viminale, «ha consegnato una lettera diretta al Ministro Minniti, con la quale, nel prendere atto dell’esemplare ruolo svolto dall'Italia, ha messo in luce che i principi umanitari di indipendenza, imparzialità e neutralità non hanno consentito la firma assieme alle altre organizzazioni. Ciò nonostante hanno ritenuto liberamente di adeguarsi alla gran parte dei principi del Codice da loro condivisi».

Divieto di entrare nelle acque libiche per le navi delle Ong
Tra i punti principali, il testo prevede trasparenza nei finanziamenti, certificazioni di idoneità della nave, divieto di entrare nelle acque libiche e di trasbordare i salvati su altre navi e possibilità di far salire a bordo la polizia giudiziaria. Domani le Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, nella Sala del Mappamondo, ascolteranno il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, sulla missione navale in Libia.

Eminente (Msf): no alla polizia a bordo
Il direttore generale di Msf Gabriele Eminente ha voluto chiarire che «tutti i punti non problematici del codice saranno rispettati come abbiamo sempre fatto. Abbiamo apprezzato l'approccio costruttivo del ministero, ma il documento non sottolinea che il nostro obiettivo è salvare vite e poi ci sono due punti in particolare che non ci consentono di firmare: la polizia a bordo ed il possibile divieto di trasbordo su altre navi delle persone soccorse».

Save the Children: non abbiamo avuto problemi a firmare
Di diverso avviso il rappresentante di Save the Children Valerio Neri. Al termine dell'incontro al Viminale ha chiarito che «gran parte dei punti del codice di condotta indicano cose che già facciamo e ci sono stati chiarimenti su un paio di punti che ci preoccupavano, quindi non abbiamo avuto problemi a firmare. Siamo convinti - ha aggiunto - di aver fatto la cosa corretta e mi dispiace che altre ong non ci abbiano seguito, ma evidentemente avevano altre sensibilità».

La versione definitiva del testo presentata venerdì
Venerdì scorso, al termine di un altra riunione con i responsabili delle Ong, i tecnici del Viminale hanno predisposto la versione definitiva del Codice, accogliendo alcune richieste e chiarimenti delle organizzazioni. In particolare, nell’impegno a non trasferire i migranti soccorsi su altre navi, è stata inserita la frase: «eccetto in caso di richiesta del competente Centro di coordinamento per il soccorso marittimo e sotto il suo coordinamento, basato anche sull'informazione fornita dal capitano della nave». L’altro punto contrastato, quello della polizia a bordo, è stato riformulato sottolineando che la presenza degli uomini in divisa avverrà «possibilmente e per il periodo strettamente necessario». In quell’occasione non è stata accolta la richiesta che i poliziotti a bordo siano disarmati.

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