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Pensioni, allarme Ragioneria dello Stato: senza adeguamento alla…

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report 2017

Pensioni, allarme Ragioneria dello Stato: senza adeguamento alla speranza di vita spesa fuori controllo

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

«Il processo di elevamento dei requisiti minimi e il relativo meccanismo di adeguamento automatico» sulle pensioni sono «dei fondamentali parametri di valutazione dei sistemi pensionistici specie per i paesi con alto debito pubblico come l'Italia». La Ragioneria generale dello Stato nel Report sulle pensioni - 'Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario', aggiornato al 2017 - lancia un allarme su eventuali modifiche della normativa. «Ciò non solo perché» la previsione di requisiti minimi, come quelli sull'età, è «condizione irrinunciabile» per «la sostenibilità, ma anche perché costituisce la misura più efficace per sostenere il livello delle prestazioni».

Legame speranza di vita o rialzo spesa consistente
La Ragioneria sottolinea che l'effetto di «una modifica normativa volta alla soppressione permanente del meccanismo di adeguamento alla speranza di vita dei requisiti di accesso al pensionamento», sarebbe «una maggiore spesa per pensioni in rapporto al Pil di dimensioni consistenti». Dal confronto con la normativa vigente, «emerge fin dal 2021, con un profilo crescente che arriverebbe a circa 0,8 punti di Pil nel 2033». Ecco che l’effetto «cumulato risulta di 21 punti di Pil al 2060 e di 23,4 punti al 2070. Tale risultato - si spiega - è determinato soprattutto dal peggioramento del rapporto fra pensioni ed occupati, solo parzialmente compensato nel lungo periodo dalla riduzione dell'importo medio di pensione conseguente alla minore capitalizzazione dei contributi».

Con variazione scatti età sistema più debole
La Ragioneria nel report sottolinea che eventuali interventi di legge diretti non tanto a sopprimere esplicitamente gli adeguamenti automatici sulle pensioni, inclusi gli scatti di età, «ma a limitarli, differirli o dilazionarli, determinerebbero comunque un sostanziale indebolimento della complessiva strumentazione del sistema pensionistico italiano». E «ritornare nella sfera della discrezionalità politica» determinerebbe un «peggioramento della valutazione del rischio paese».

A 67 anni dal 2021 anche senza automatismi
Il requisito per il pensionamento di vecchiaia, anche in presenza di un blocco dell’adeguamento automatico alla speranza di vita, «verrebbe comunque adeguato a 67 anni nel 2021, in applicazione della specifica clausola di salvaguardia introdotta nell'ordinamento su specifica richiesta della Commissione e della Bce, e successivamente mantenuto costante a tale livello», ha sottolineato la Ragioneria.

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