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Licata «sfiducia» il sindaco anti-abusivismo

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già sotto scorta ora arriva anche la bocciatura politica

Licata «sfiducia» il sindaco anti-abusivismo

Circa due ore di consiglio comunale, riunito in seduta urgente e visibili sul sito del Comune di Licata, hanno posto – ma solo per ora – fine alla sindacatura di Angelo Cambiano. La sfiducia nei confronti del sindaco, eletto il 15 giugno 2015, che dalla primavera 2016 ha dichiarato, con i fatti, guerra all'abusivismo edilizio che sfregia il suo paese, è stata votata da 21consiglieri. Uno in più del quorum necessario. La mozione è stata presentata da 16 consiglieri comunali che gli contestano scelte sbagliate che avrebbero fatto arrivare meno risorse nelle casse comunali.

«Il vero motivo lo sanno tutti qual è, ma non hanno il coraggio di dirlo», replica Cambiano, pronto, a parole, a tornare all'insegnamento della matematica .
A parole perché Cambiano ha annunciato ricorso perché «le motivazioni riportate nella mozione sono solo bugie». Già, le motivazioni, agli occhi degli italiani sembrano altre e, dunque, ad uno strumento legittimo, reale e democratico come quello della sfiducia in consiglio per farlo cadere, l'ex sindaco risponderà con un altro atto legittimo e reale: il ricorso alla magistratura amministrativa e ordinaria sui cui tavoli riverserà, ancora una volta, le carte della sua lotta all'abusivismo edilizio.

Sarà dunque un'altra tappa del confronto che dalla primavera 2016 ha portato Cambiano a diventare il simbolo della Sicilia che lotta – senza falsi proclami antimafia – contro l'illegalità. Cambiano ha fatto quello che qualunque sindaco dovrebbe fare: rispettare o far rispettare gli ordini di abbattimento delle case abusive. Né più né meno. Solo che bisogna avere il coraggio di farlo in una città come Licata dove le case illegale sono 17mila, vale a dire, in media, una casa a famiglia.

Le case colpite da sentenza definitiva, 49 villette, di cui 45 nella fascia costiera, sono state abbattute. A Licata gli immobili raggiunti da ordinanza di demolizione per via amministrativa sono circa 450, quelli già acquisiti al patrimonio immobiliare pubblico superano i 300 ma entrambi i dati sono in continuo aggiornamento. Prima dell'arrivo di Cambiano le case abusive acquisite al patrimonio pubblico stavano addirittura per tornare ai reali proprietari, in modo da legittimarli una volta per tutte.

Nella primavera 2016 Cambiano fa arrivare le ruspe per buttar giù i primi manufatti e da quel momento succede di tutto. La ditta che vince l'appalto viene minacciata, gli abusivi mettono in campo i politici “amici” pronti a perorarne la causa, la casa paterna del sindaco viene incendiata e lui viene costantemente minacciato al punto che gli viene accordata la scorta. Con lui – e non bisogna dimenticarlo – finisce sotto scorta anche Vincenzo Ortega, dirigente dell'ufficio tecnico comunale.

In questo clima di continua e perenne tensione, il sindaco ha continuato a dar seguito alle ordinanze di abbattimento della Procura di Agrigento: oltre 100 .
Una lotta che non si arresta tanto che c'è stato chi, in segno di clamorosa protesta, di abbattere per proprio conto prima dell'arrivo delle ruspe.
Una battaglia – destinata a vedere il sindaco vincente sul piano di progressivo abbattimento – che in pieno agosto è stata portata su un piano diverso e più raffinato, quello della sfiducia per cause diverse da quelle che tutto il mondo, ormai, conosce.

Ma proprio su questo terreno, il prof di matematica prestato alla politica, ha tutte le intenzioni di continuare la battaglia di civiltà e legalità che, purtroppo, non ha contagiato il resto delle amministrazioni siciliane e del sud, alle prese con lo stesso devastate scempio edilizio perpetrato, negli anni, sotto gli occhi di tutti.
r.galullo@ilsole24ore.com

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