Sono iniziate all’alba e sono andate avanti per tutta la giornata le operazioni di sgombero di un edificio occupato da immigrati (soprattutto richiedenti asilo etiopi ed eritrei) al centro di Roma, tra via Curtatone e piazza Indipendenza, vicino alla stazione Termini. Ampio il dispiegamento di forze dell’ordine, tra polizia, carabinieri e guardia di Finanza. Nel palazzo abitava circa un migliaio di persone: soprattutto rifugiati o richiedenti asilo di origine, eritrea, somala e etiope. In tanti sono usciti dallo stabile con borsoni e trolley. «Il piano, messo a punto con ordinanza di servizio del questore di Roma d’intesa con la Prefettura di Roma, ha permesso di svolgere in assoluta sicurezza, sia per gli occupanti che per le Forze dell'Ordine, la prima fase della bonifica» ha sottolineato la Questura in una nota.
Protesta-lampo, bloccata strada
Tutta l’operazione si è svolta in modo pacifico. Un gruppo di migranti sgomberati ha però brevemente bloccato il traffico per protesta su via Solferino, la strada che conduce verso Termini. In piedi sulle strisce pedonali, uomini e donne di origine somala e eritrea hanno impedito per alcuni minuti il passaggio di auto e taxi. La polizia ha allora schierato di fronte al blocco tre camionette e un gruppo di agenti con i caschi e ha accompagnato sui marciapiedi i migranti. Le forze dell’ordine hanno comunque posizionato sei camionette lungo via Solferino, schierando anche agenti con scudi, consentendo il passaggio ai mezzi pubblici.
Edificio da mettere in sicurezza
Nelle prossime ore si procederà alla messa in sicurezza dell’intero stabile e alla verifica delle singole posizioni degli occupanti. A quanto reso noto dalla Questura, dopo aver messo in sicurezza lo stabile e rimosso le decine di bombole del gas presenti, una task force composta da servizi sociali del comune di Roma, ufficio minori del commissariato e proprietà sta valutando le situazioni di particolare disagio. «Al termine delle operazioni - prosegue la Questura - i nuclei aventi diritto saranno temporaneamente ospitati in strutture ricettive individuate e pagate dalla proprietà». A quanto riferito, la decisione dello sgombero è stata presa in sede di Comitato Provinciale dell’Ordine e Sicurezza Pubblica, presieduto dal prefetto.
Migranti sgomberati: dormiremo per strada
C’è preoccupazione tra i migranti sgomberati. «Non sappiamo dove andare, questa notte dormiremo per la strada» dicono in molti, mostrando documenti che attestano il loro status di rifugiati. «Nessuno - affermano - ci ha proposto una alternativa». I migranti riferiscono di essere stati portati in questura per
l’identificazione e poi riportati sotto al palazzo dove, uno a uno, sono saliti per recuperare i loro averi, riposti in grossi trolley acquistati sul momento in zona. Nello stabile, a quanto riferiscono sempre i migranti, sono presenti anche
diverse decine di bambini.
La vicenda giudiziaria
L’immobile sgomberato (32mila metri quadrati) ex sede di Federconsorzi e Ispra risultava abusivamente occupato dall'ottobre del 2013. A rimetterci soldi in questi anni è stato il fondo Omega gestito da Idea Fimit, proprietario del palazzo. Il 1 dicembre 2015 il Gip presso il Tribunale di Roma ha emesso un decreto di sequestro preventivo dell'edificio ex art. 321 codice procedura penale, proprio in relazione al reato di occupazione abusiva (“invasione di terreni ed edifici”) ma questo provvedimento non finora non era ancora stato eseguito dalle autorità, nonostante due solleciti formali, uno l’11 gennaio e l'altro il 9 febbraio 2016. Idea Fimit in una nota ha fatto sapere che «non esiste nessun impegno diretto nel ricollocamento degli occupanti così come trapelato oggi da alcune indiscrezioni di stampa e dunque non corrisponde al vero che alcuni gruppi di persone saranno ospitati in strutture individuate dalla proprietà».
Le reazioni politiche
Un plauso allo sgombero è arrivato da Giorgia Meloni «Vittoria. Stamattina è stato finalmente sgomberato il palazzo di via Curtatone a Roma, da quattro anni occupato abusivamente da centinaia di immigrati e covo di spaccio, prostituzione e criminalità. Meglio tardi che mai. È tempo di dire basta con le zone franche» ha scritto su Facebook la presidente di Fratelli d’Italia. Opposta la lettura di Luigi Manconi (Pd), presidente della Commissione Diritti umani. «All’alba dell'ultimo giorno della settimana di ferragosto, è iniziato lo sgombero dello stabile di Piazza Indipendenza, a Roma, dove da anni vivono centinaia e centinaia di profughi, in prevalenza di nazionalità eritrea, nella stragrande maggioranza titolari dello status di rifugiato e beneficiari della protezione internazionale», ha sottolineato Manconi, che ha aggiunto: «Sarebbe oltre modo importante e urgente che le autorità comunicassero le ragioni dell'operazione e dove pensano di alloggiare persone che non hanno commesso alcun crimine e verso le quali l'Italia ha un dovere di tutela solennemente sancito dalla nostra Costituzione».
Campidoglio: assicurata assistenza
«La sala operativa sociale è intervenuta sul posto a partire dalle ore 8:30. Alle famiglie, alle fragilità e agli anziani è stata garantita la possibilità di restare all'interno della struttura. È stato inoltre assicurato ogni genere di assistenza e la presa in carico a
chiunque ne abbia manifestato necessità» È quanto si apprende da fonti dell'assessorato al sociale di Roma. «Come d’abitudine il Comune quando si tratta di sgomberi di edifici privati viene coinvolto con un'informativa delle autorità di pubblica sicurezza, normalmente molto a ridosso dell’evento e si mobilita, come ha fatto stamattina, per assicurare alle persone, che sono identificate secondo le norme come 'fragili', delle soluzioni, dei posti dove alloggiare» ha assicurato inoltre il vicesindaco di Roma Luca Bergamo, a margine della riunione del Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, commentando lo sgombero di questa mattina a piazza Indipendenza. «L’accettazione di questa offerta è volontaria, non obbligatoria» ha aggiunto.
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