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Si allungano i tempi dello «ius soli». Tutte le norme della…

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il ddl sulla cittadinanza al senato

Si allungano i tempi dello «ius soli». Tutte le norme della discordia

Prima la manovra, poi lo ius soli. Sembra ormai segnato il destino del disegno di legge sulla cittadinanza ai minori stranieri che ha agitato il dibattito in Senato prima della chiusura estiva con il rinvio a settembre della discussione in aula. «Non ritengo ci siano le condizioni per approvare i Ddl prima della pausa estiva» aveva detto il premier Paolo Gentiloni dopo «le difficoltà emerse in alcuni settori della maggioranza», con il no del partito di Angelino Alfano. Ribadendo il suo impegno «personale e governo per approvarla in autunno». Il Parlamento torna a riunirsi il 12 settembre e si potrebbe già partire. Ma ora la linea del presidente del Consiglio e del Pd sarebbe quella di tentare l’approvazione dello ius soli dopo che Palazzo Madama, a cui tocca quest’anno la prima lettura, avrà approvato la legge di bilancio. Da fine novembre, secondo i calcoli dei dem, il Senato sarebbe libero per cercare la quadra sullo ius soli dopo aver messo in sicurezza la manovra che invece alla Camera non ha il problema dei numeri. Ma nonostante la nuova tabella di marcia “blindata” ecco le norme su cui si giocherà una partita autunnale che a Palazzo Madama si annuncia difficile.

Lo Ius soli «temperato»: requisiti aggiuntivi per i cittadini extra Ue
La riforma della legge 91/1992 sulla cittadinanza prevede che possa diventare italiano chi nasce sul territorio nazionale da genitori stranieri, dei quali
almeno uno sia in possesso del diritto di soggiorno permanente (per i cittadini Ue) o del permesso di soggiorno di lungo periodo (per i cittadini extracomunitari) che è a tempo indeterminato. Questo implica che sia legalmente residente in Italia da almeno 5 anni. Ma se il padre o la madre non appartengono a uno dei paesi dell’Unione europa per far scattare lo ius soli saranno necessari altri tre requisiti: reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, disponibilità di alloggio che risponda ai requisiti previsti per legge e superamento di un test di lingua italiana.

Cittadinanza «per nascita», serve la dichiarazione di volontà
L’acquisizione della cittadinanza italiana «per nascita» potrà avvenire con una
dichiarazione espressa di uno dei due genitori all’ufficiale dello stato civile di residenza entro il compimento dei 18 anni del figlio. In assenza di dichiarazione di volontà potrà essere il figlio, diventato maggiorenne, a farne richiesta tra i 18 e 20 anni

Ius soli a maglie strette nella disciplina attuale
Attualmente la cittadinanza per nascita è riconosciuta solo per: chi nasce in Italia da genitori ignoti o apolidi; i bimbi abbandonati per cui non è possibile dimostrare il possesso di un’altra cittadinanza, i nati sul territorio nazionale se lo Stato di origine dei gentori esclude che il figlio nato all’estero possa acquisire la loro cittadananza. Ha diritto a diventare italiano anche chi nasce nel nostro Paese a condizione che via abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino 18 anni. In questo caso deve fare richiesta entro un anno dal compimento della maggiore età. La riforma all’esame del Parlamento innalza a due anni questa scadenza.

Non solo nascita, la seconda via dello «Ius culturae»
In alternativa alla cittadinanza per nascita il Ddl sullo ius soli apre anche a una seconda via: quella collegata all’istruzione. La cittadinanza italiana scatta per i minori stranieri nati in Italia o che vi siano arrivati entro i dodici anni se hanno frequentato regolarmente un percorso scolastico per almeno cinque anni sul territorio nazionale. E cioè: uno o più cicli del sistema nazionale di istruzione, percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Nel caso in cui la frequenza riguardi le elementari l’iter scolastico deve essere concluso positivamente.

Aperture per la «naturalizzazione» dei minori
Il Ddl oltre a introdurre le due nuove forme di «diritto» alla cittadinanza allarga anche le maglie nel caso di «concessione» della cittadinanza. Ossia per la “naturalizzazi0ne”dello straniero. Attualmente a richiedere la cittadinanza possono essere i cittadini comunitari residenti da almeno 4 anni e i cittadini extracomunitari residenti da almeno 10. Se la nuova legge sullo ius soli venisse approvato chi entra in Italia prima di diventare maggiorenne e risieda nel territorio nazionale da almeno sei anni può ottenere lo status di italiano purché abbia frequentato regolarmente un ciclo scolastico con conseguimento del titolo di studio o di qualifica professionale. Trattandosi di «concessione» dovrà avvenire con Decreto del presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del ministro dell’Interno.

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