A oltre un anno dal sisma che ha colpito l’Italia centrale sembra giunta alle battute finali la procedura europea per lo sblocco delle risorse del Fondo di solidarietà dell’Unione europea destinate alle regioni devastate da quel terremoto. Dal 13 settembre in poi, ossia una volta arrivato il sì definitivo del Parlamento europeo, la somma potrebbe essere versata nelle casse del governo italiano. Dalla Commissione europea fanno sapere che l’operazione sarà effettuata comunque entro la fine di settembre.
L’Italia fa richiesta di fondi a novembre 2016
Sono infatti passati quasi dieci mesi da quando la Commissione europea ha ricevuto dall’Italia la richiesta di destinare alcune risorse del Fondo, istituito nel 2002, a sostegno delle regioni colpite dal terremoto dell’agosto e dell’ottobre del 2016. Era il 16 novembre di quell’anno.
A dicembre 2016 anticipati 30 milioni. A giugno 2017 la richiesta di Bruxelles
Un mese dopo Bruxelles, sulla spinta dell’emergenza, ha “liberato” 30 milioni di euro a titolo di anticipo. Sei mesi dopo, a giugno 2017 ha proposto di destinare 1,2 miliardi di euro di quel fondo per finanziare la ricostruzione, le operazioni di emergenza e rimozione delle macerie in Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio.
Verso lo sblocco degli aiuti
Lo sblocco di quella cifra - l’importo più alto mai stanziato nell’ambito di quel fondo - arriverà tra qualche giorno, una volta ottenuto il via libera del Parlamento europeo e del Consiglio Ue. Oggi pomeriggio la commissione bilancio del Parlamento europeo ha approvato quasi all’unanimità (1 voto contrario su 37) la richiesta di spesa, formulata in un testo firmato dall’europarlamentare Giovanni La Via (Ap-Ppe). La palla passa alla plenaria di Strasburgo, che il 13 settembre - la sessione è già calendarizzata per quella data - darà l’ok definitivo. Per quanto riguarda invece il Consiglio, il nulla osta dovrebbe arrivare entro il 4 settembre in forma scritta dal Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti composto dagli ambasciatori dell’Unione europea responsabile della preparazione dei lavori del Consiglio.
Dal 2002 l’Italia ha ottenuto 1,3 miliardi dal fondo
Una volta incassato il via libera prima del Consiglio e poi del Parlamento, i soldi arriveranno (finalmente) in un’unica soluzione allo Stato colpito. Da quando il fondo di solidarietà è stato previsto, quindi 15 anni fa, l’Italia ha ottenuto 1,3 miliardi di euro.
Lo Stato responsabile dell’utlizzo delle risorse
Una volta erogato l’importo, lo Stato interessato è responsabile dell’utilizzo delle risorse e dovrà occuparsi anche della scelta delle operazioni da eseguire e dell’esecuzione delle attività di verifica e controllo. Le misure di emergenza, chiarisce la Commissione europea, possono essere finanziate retroattivamente a partire dal giorno in cui si è verificata la calamità. Il che, considerati i tempi delle procedure europee, non è un dettaglio.
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