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Soffre il “modello Riace”, a rischio il borgo dell’accoglienza

«Voglio rappresentare un'accoglienza ribelle. L'immigrazione è il risultato di un'ingiustizia, siamo noi che vendiamo armi, sempre noi che saccheggiamo quei territori». Sono poco meno di 20 anni che Domenico Lucano, sindaco di Riace, in provincia di Reggio Calabria, si impegna in un progetto straordinario che coniuga accoglienza, integrazione e sviluppo. Un tempo lungo che gli ha consentito di elaborare un modello perfetto, trasformando l'emergenza dell'immigrazione in una occasione. Tutto è iniziato con 300 curdi, sbarcati sulla costa nell'estate del 1998: sono stati i primi a rianimare il borgo, a riaprire case abbandonate e botteghe chiuse da anni dove hanno imparato i mestieri tradizionali: la tessitura, il ricamo, la lavorazione del vetro, della ceramica, del legno, del cioccolato. Hanno riempito le scuole di bambini, consentito l’inaugurazione di asili multietnici e un ambulatorio medico che si occupa anche della salute della gente del posto. Hanno spinto altri comuni a fare lo stesso (Caulonia, Stignano, Badolato, Acquaformosa). Attualmente a Riace gli immigrati sono 600 su una popolazione residente di 1500 abitanti. Negli anni molti sono ripartiti, altri sono arrivati.

Riace, un esperimento di umanità
Per questo suo esperimento di umanità, che ha fatto scuola in Europa, almeno fino a qualche mese fa, a Bruxelles come nelle grandi università (l'ultima volta, prima dell'estate, a Cambridge), Lucano è stato inserito fra le persone più influenti al mondo da Fortune. Ha ispirato il cinema internazionale (da Il volo di Wim Wenders alla prossima fiction Rai di Beppe Fiorello). Ha ricevuto da Papa Francesco parole di «ammirazione e gratitudine per il suo operato intelligente e coraggioso a favore dei nostri fratelli e sorelle rifugiati», alle quali ha risposto con un sintetico “Hasta siempre”.

In forse bonus e borse lavoro
Ma ora il sindaco getta la spugna: la burocrazia gli mette i bastoni fra le ruote. Il ministero dell'Interno, questa è la tesi, non riconosce al Comune i bonus e le borse lavoro degli ultimi tre anni, strumenti indispensabili per la gestione degli immigrati e per la loro economia. «E allora basta, mi fermo qui, e non è un ricatto. Il clima che avverto intorno è di sospetto. Troppe ombre. Ho ricevuto tre visite ispettive, di due non conosco l'esito. Anzi, in realtà so che l'esperienza è stata valutata in modo eccellente, ma non ne ho ufficialmente riscontro». Ripete da sempre che il suo è un sogno di utopia sociale e avanguardia politica. Lo ha ribadito anche ieri sera: ha parlato del “modello Riace” al pubblico del Kaulonia Tarantella Festival, fra le manifestazioni internazionali più importanti di musica popolare. In cinquemila ad ascoltarlo e a sostenerlo.

Oliverio: risolviamo aspetti tecnici e contabili
In sua difesa anche il governatore della Calabria Mario Oliverio, intervenuto nel dibattito, a conclusione di un lungo tour nella Locride, per stabilire interventi e priorità per il territorio. «Aspetti tecnici e contabili travolgono Riace? Risolviamoli, perché l'esperienza di Lucano rappresenta il punto più alto della pratica dell'accoglienza», ha dichiarato il presidente della Regione Calabria. «Il fenomeno dell'immigrazione travalica Riace, la Calabria e l'Italia stessa. Investe l'Europa», ha aggiunto Oliverio.

Ventimila firme a sostegno
Ventimila le firme raccolte sui social a sostegno del sindaco di Riace. Comprese quelle di Magistratura democratica, dell'Associazione Studi giuridici sull' immigrazione, della Rete dei Comuni solidali, di Alex Zanotelli. «Aprire cuori e porte è un messaggio politico, che rispetta la Costituzione. Le nostre associazioni che lavorano per l'accoglienza si preoccupano di preparare bene i profughi al colloquio con la commissione che attribuirà loro lo status di rifugiato politico. Dovranno dare risposte, fornire particolari. Ma invece, sapete cosa penso? Che dovrebbero essere loro, i profughi, a chiederci spiegazioni, a dirci voi mi avete obbligato a venire qua, io non vi devo certificare le mie sofferenze». Lucano è così, un visionario che vuole comunità felici, che elabora nuove forme di convivenza, che studia programmi di integrazione sostenibile capaci di rivitalizzare l'economia e il tessuto sociale di luoghi abbandonati. Un innovatore sociale, ora a bocce ferme. Sabato prossimo 2 settembre, i vertici del ministero dell'Interno si recheranno a Riace per un confronto dal vivo con il sindaco.

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