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Dossier | N. 22 articoliWorkshop The European House 2017

Lavoro e produttività zavorre per l’«attrattività»: Italia 16esima nella classifica internazionale

L’Italia si posiziona al 16° posto su 144 Paesi per attrattività, nel Global Attractiveness Index 2017 (Gai), che sarà presentato oggi al Forum The European House – Ambrosetti a Cernobbio. In cima alla classifica di quest’anno, seconda edizione, svettano ancora una volta gli Usa, seguiti da Germania, Cina, Giappone e Singapore. Nei confronti dei partners europei, l’Italia trova posto dopo Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Austria, Belgio e anche Svizzera ma, rispetto al 2013, guadagna un posto nell’indice di posizionamento.

Dal 2013 al 2017 la posizione dell’Italia è oscillata tra il 17° e il 16° posto, l’indicatore di sostenibilità è rimasto sostanzialmente invariato, quello di dinamicità è migliorato leggermente a partire dal 2015. Il Gai mappa 144 economie nel mondo «restituendo un ranking complessivo strutturato sull’attrattività, dinamicità e sostenibilità dei Paesi, in termini comparativi e relativi». Secondo Valerio De Molli, managing partner e Ceo The European House – Ambrosetti, il posizionamento nelle classifiche internazionali della competitività ha un peso rilevante nell’indirizzare le decisioni strategiche e gli investimenti e «i ranking tra Paesi vengono utilizzati come strumento informativo di sintesi per indirizzare le scelte di investimento».

Quest’anno nel Gai è stata introdotta un’innovazione metodologica rispetto all’edizione 2016. L’indice è stato calcolato per il 2017 e a “ritroso” per cinque anni. Ed è stata effettuata la ricostruzione delle serie storiche relative ai 144 Paesi negli ultimi 7 anni.

Il rapporto sul Gai 2017 sottolinea come per l’Italia «l’attributo complessivamente più critico è la dimensione di efficienza, intesa come l’efficiente ed efficace funzionamento del mercato dei capitali, del lavoro, dei servizi e del sistema istituzionale». In particolare, l’Italia ha un posizionamento debole sul tasso di disoccupazione (111° posto), e produttività totale dei fattori (58°). L’Italia mostra inoltre segnali di criticità prendendo il 21° posto nel Logistic Performance Index33. L’Italia ha una sostenibilità media e sale in classifica con l’innovazione (14° posto). Non benissimo però l’apertura: l’Italia ha il 21° posto e sul turnover di turisti stranieri che entrano nel Paese e turisti nazionali che si spostano verso mete estere, calcolati sul totale della popolazione locale, risulta 36° su 144, «in coerenza con un trend di relativa perdita di posizioni rispetto ad altre mete consolidate (Francia, Grecia e Spagna) ed emergenti (Croazia)». Alto il punteggio relativo ai flussi di commercio e interscambio (10° posto mondiale) ma basso il valore per gli investimenti lordi considerati in percentuale del Pil (116°).

Con l’obiettivo di aumentare l’attrattività dell’Italia, e quindi la sua competitività, il rapporto individua alcuni “cantieri di lavoro”: rafforzamento dell’ecosistema dell’innovazione; miglioramento della produttività di sistema; rilancio degli investimenti; ottimizzazione del mercato del lavoro; potenziamento del sistema di formazione e l’adeguamento delle competenze della forza-lavoro; incremento dell’efficienza del sistema dei servizi, in particolare la pubblica amministrazione, il sistema della giustizia e quello della logistica. Enrico Giovannini, ex presidente Istat ed ex ministro del Lavoro che ha collaborato alla stesura dell’indice mette in chiaro: pensare che un aumento del Pil di poco superiore all’1% possa far cambiare in modo decisivo il modo con cui gli investitori nazionali e internazionali guardano al nostro Paese, orientando verso di esso una parte dell’ingente liquidità disponibile a livello globale, «sarebbe puramente illusorio».

Nel Gai 2017 la Germania è il 2° Paese al mondo e il 1° Paese europeo per attrattività, con un posizionamento stabile negli ultimi due anni e in miglioramento di due posizioni rispetto alla classifica 2014, in cui risulta essere in quarta posizione. La Germania presenta un posizionamento di primo piano in Europa, «grazie agli importanti investimenti in innovazione e ricerca e ad un sistema di governance della Pubblica Amministrazione che rende il Paese tra i più stabili e affidabili a livello internazionale».

Il rapporto evidenzia il fatto che l’attrattività di un sistema economico è sempre più rilevante dopo la globalizzazione della circolazione dei capitali e l’inclusione nei circuiti internazionali di consumo e produzione delle aree emergenti del mondo. Gli ultimi anni hanno visto massicci flussi internazionali di Investimenti Diretti Esteri (+257% dal 2000) che, combinati con l’innovazione tecnologica e lo sviluppo dei sistemi sociali ed educativi, hanno consentito una crescita economica globale molto accelerata (dal 1960 ad oggi,+3,8% di media annua, +2,2% se si considera il Pil pro-capite).

Il Gai si presenta come un indice con una marcia in più, perché «non si limita a definire una classifica riferita ad un punto nel tempo, ma coglie anche la dinamicità dei sistemi-Paese e la loro sostenibilità nel tempo»: consente di leggere il presente, ma anche di cercare di costruire il futuro.

Alla costruzione del Gai, per la quale sono stati analizzati più di cento indicatori compositi disponibili sulle diverse materie potenzialmente collegabili all’attrattività, ha contribuito il Centro di competenza sugli indicatori sintetici del Joint Research Centre della Commissione europea. L’indice principale è accompagnato da due indicatori supplementari: il primo guarda alla dinamicità del Paese, il secondo alla sostenibilità della condizione socio-economica.

LA CLASSIFICA DELLE ECONOMIE PIÙ ATTRATTIVE
(Fonte: elaborazione The European House)

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