Per riqualificare e mettere in sicurezza l’edificio di via Curtatone a Roma, che il 19 agosto è stato sgomberato dalle forze dell’ordine dopo che nell’ottobre del 2013 un gruppo di migranti etiopi ed eritrei l’aveva occupato, serviranno almeno 30 milioni di euro. Questa prima stima, che giunge da una fonte vicina alla società che gestisce l’immobile, la Sea Servizi Avanzati, si basa su un sopralluogo effettuato nei giorni scorsi. Il proprietario dello stabile è invece una sgr immobiliare, Idea Fimit, che lo ha rilevato nel 2001 per 75 milioni da una società che curava la liquidazione di Federconsorzi. I soldi per coprire l’operazione sono arrivati da uno dei fondi gestiti da Idea Fimit: il Fondo Omega, sottoscritto da investitori istituzionali e da fondi pensione (fra i quali quello dei dipendenti Sanpaolo).
Tempi stretti per l’avvio dei lavori: già la settimana prossima
Gli operai potrebbero cominciare a lavorare nel palazzo già nei primissimi giorni della prossima settimana, non appena la Digos chiuderà l’indagine promossa su mandato della procura di Roma. Dopo lo sgombero l’edificio è stato posto sotto sequestro. Il procuratore aggiunto Francesco Caporale procede per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per contraffazione del sigillo dello Stato.
L’edificio ospiterà anche una palestra
L’idea della società che ha affittato l’immobile alla fine del 2014 è quella di garantire all’edificio, una volta ristrutturato, un impiego polifunzionale: dovrebbe ospitare negozi, uffici, e anche una palestra. Allo stato attuale è esclusa l’ipotesi di un albergo.
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