È una vecchia storia quella del palazzo di via Curtatone a Roma sgomberato questa mattina dalle forze dell’ordine. Vecchia, in primo luogo, perché sono passati oltre tre anni (quasi quattro) da quando, il 12 ottobre del 2013, un gruppo di migranti provenienti dal Corno d’Africa, soprattutto Etiopia ed Eritrea, si sono impossessati di questo edificio di 33mila metri quadrati nella centralissima Piazza Indipendenza, a poca distanza dalla stazione Termini, mettendo in fuga la vigilanza armata. Ma vecchia anche perché questo edificio è stato la sede storica della Federconsorzi e dell’Ispra. L’immobile è soggetto a vincolo da parte della Sovrintendenza dei Beni architettonici, in quanto al suo interno non mancano elementi di pregio storico e artistico.
Un investimento in rosso
Ma è anche una storia che racconta un investimento che, alla fine, a chi lo ha effettuato ha portato delle perdite. Nel 2011 una Sgr immobiliare, Idea Fimit, lo ha acquistato per 75 milioni da una società che curava la liquidazione della Federconsorzi. Il palazzo è composto da nove piani fuori terra e da due interrati, con destinazione d’uso per uffici e area commerciale al piano terra. I 75 milioni con cui la Sgr lo ha comprato provenivano (e provengono) - come Il Sole 24 Ore ha messo in evidenza in un articolo nel maggio dell’anno scorso - da uno dei fondi gestiti da Idea Fimit: il Fondo Omega, sottoscritto da investitori istituzionali e da fondi pensione (fra i quali quello dei dipendenti Sanpaolo). L’idea era quello di ristrutturare l’edificio, per ospitare centri direzionali di aziende italiane ed estere o anche un grande albergo.
Oltre 4 milioni usciti (anche) dalle casse dei fondi pensione
Il progetto non è andato in porto. Nell’ottobre del 2013 il palazzo è stato occupato dai migranti. Fino a oggi. Sono pertanto quasi quattro anni che l’immobile non solo non produce reddito, ma genera passività considerevoli in termini di utenze e tasse di proprietà, rispettivamente per 240mila e 575mila euro all’anno. Se facciamo il conto su tre anni sono, rispettivamente, 720mila e 1,7 milioni, per una spesa complessiva di oltre 2,4 milioni di euro (2.445.000). Se invece facciamo il conto su quattro anni, che scadranno tra due mesi, ad ottobre 2017, sono rispettivamente 960mila e due milioni e 300mila euro, per un totale -in questa seconda ipotesi - di 3.260.000 euro. Se poi consideriamo anche le altre spese di amministrazione del palazzo, si può pensare che siano andati in fumo oltre quattro milioni di euro (nell’ipotesi dei 4 anni). Senza dimenticare i 79 milioni usciti per l’acquisto. Soldi provenienti dalle casse del fondo Omega e quindi - anche - da quelle dei fondi pensione che hanno investito in questo strumento.
La proposta dell’affittuario al Comune di Roma
Idea Fimit sgr ha affittato alla Sea Servizi Avanzati l’immobile (da cui però non ha percepito alcun compenso, essendo l’edificio non a disposizione). Ora il Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dal prefetto Paola Basilone ha deciso che sarà la società che gestisce l’edificio sgomberato, la Sea Servizi Avanzati, a garantire alle persone che vivevano in via Curtatone un alloggio per sei mesi, senza costi per il Comune. Al termine di questo periodo la prefettura convocherà un altro tavolo per verificare il lavoro degli Enti locali per una soluzione definitiva. Intanto l’affittuario potrà riprendere il controllo dell’edificio nel centro di Roma. Dopo quasi quattro anni.
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