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Forza Italia e l’effetto calamita: in tre mesi «guadagnati» 10 parlamentari

Mentre Silvio Berlusconi si prepara alla discesa in campo in Sicilia per spingere verso la vittoria il candidato governatore di centrodestra Nello Musumeci, in Parlamento, a pochi mesi ormai dalla elezioni politiche, Forza Italia continua ad avere un effetto calamita. Escludendo lo scioglimento di Civici e innovatori, a partire da giugno su 20 cambi di gruppo, ben 10 (il 50%) hanno visto parlamentari entrare (e a volte ritornare) in Forza Italia. La nuova visibilità già conquistata da Berlusconi nella campagna elettorale per le amministrative dell'11 giugno, concretizzata in un buon risultato del centrodestra, ha accelerato il flusso verso gli azzurri.

Tre “acquisti” al Senato
Al Senato, sono approdati in Forza Italia il 28 giugno Enrico Piccinelli e Domenico Auricchio, provenienti dal gruppo dei verdiniani di Ala. Mentre il 25 luglio è stata la volta di Massimo Cassano, che ha lasciato i centristi di Ap.

I sette arrivi alla Camera
Più consistenti gli spostamenti verso Fi alla Camera. L’8 giugno ha aderito Antonino Minardo, proveniente da Ap. Il 15 giugno è toccato a Rocco Palese, che ha lasciato i fittiani dei Conservatori e riformisti (poi diventati Destinazione Italia). Il giorno dopo l’ha seguito, dal gruppo Misto, la ex M5S Vincenza Labriola. Il 20 giugno è stata la volta (dagli alfaniani di Ap) di Andrea Causin. Ha fatto invece il viaggio idealmente più lungo maggioranza-opposizione Fucsia Fitzgerald Nissoli (eletta nelle liste dei montiani di Scelta civica), arrivata in Fi da Democrazia Solidale - Centro democratico (partito che sostiene il governo Gentiloni). Ancora diverso il caso di Amedeo Laboccetta, che ha aderito al gruppo di Fi dopo che Raffaele Calabrò (eletto nelle liste dell’allora Pdl di Silvio Berlusconi ma poi passato con Alfano e i suoi centristi di Ap) si è dimesso per tornare alla vita accademica: Laboccetta è subentrato come primo dei non eletti e ha deciso di iscriversi al gruppo di Fi. Ultimo, in ordine cronologico, ad aderire al gruppo azzurro, è stato il 3 agosto Roberto Caon, proveniente dalla componente “Fare” del gruppo Misto.

Il Pd si “sposta” al centro
Da segnalare però anche perdite e acquisti nelle fila del Pd, che a Montecitorio subisce un’emorragia a sinistra verso Mdp, compensata da acquisti nelle file centriste. Il 21 luglio il presidente della commissione Finanze della Camera Maurizio Bernardo, è approdato al gruppo dem lasciando Ap. In precedenza (il 18 luglio) era stata la deputata Elisa Simoni (lontana parente di Matteo Renzi: i loro nonni sono cugini) ad abbandonare il Pd passando armi e bagagli con i bersaniani di Mdp. Seguita da Pierdomenico Marino che il 31 luglio ha aderito a Mdp lasciando i dem. Il 28 luglio è stato invece Gianfranco Librandi, proveniente dalla componente politica del gruppo Misto “Civici e Innovatori” ad approdare nel gruppo Pd.

I cambi di casacca complessivi
Da inizio legislatura ci sono stati 524 cambi di gruppo, 296 alla camera e 228 al senato. Protagonisti di questi spostamenti sono stati 336 parlamentari, 203 deputati e 133 senatori. In totale il 35,37% del parlamento ha cambiato gruppo almeno una volta, ad una media di 10 cambi di casacca al mese. Nella scorsa legislatura i cambi di gruppo erano stati “solamente” 261, poco più di 4 al mese.

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