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Lavoro a termine e over 50 trainano l'occupazione

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i dati istat

Lavoro a termine e over 50 trainano l'occupazione

Prosegue la crescita dell'occupazione, ma è trainata dai contratti a termine e dagli over 50. Aumenta per il quarto trimestre consecutivo la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, che tuttavia pur con un tasso di occupate che raggiunge il picco del 49,1% (rispetto al 67,1% degli uomini) rappresenta ancora la penultima posizione nella graduatoria della Ue (peggio di noi fa solo la Grecia).

Nel mezzogiorno effetto bonus Sud
I dati del secondo trimestre 2017 dell'Istat evidenziano un aumento congiunturale degli occupati, sono 78mila in più rispetto al trimestre precedente, che interessa soprattutto il Mezzogiorno (+0,7%) -anche per effetto degli sgravi contributivi per le assunzioni al Sud -e in maniera meno consistente il Nord (+0,3%). La tendenza, peraltro, è confermata dalle recenti rilevazioni Istat relative a luglio. Anche nel confronto tendenziale con il secondo trimestre 2016 emerge un incremento dell'occupazione (+153mila occupati), attribuibile in gran parte ai contratti a termine (+314mila). Mentre si assiste ad un forte calo del lavoro indipendente. In questo contesto economico, dunque, viene privilegiata l'occupazione temporanea: i dati sui flussi evidenziano, a distanza di 12 mesi, una diminuzione delle stabilizzazioni, mentre i disoccupati nella maggior parte dei casi trovano un impiego a termine.

Penalizzati i giovanissimi: occupati in calo
Tra le classi d'età, rispetto al secondo trimestre 2016, quella dei giovanissimi tra 15 e 24 anni è l'unica a segnare un calo di occupati (-0,4%), tutte le altre crescono, anche se l'incremento maggiore interessa la fascia 50-64 anni (+0,9%). I giovanissimi, in sostanza, restano esclusi da questa ripresa occupazionale. Di questo quadro dovrà tenere conto il governo, che ha annunciato nella prossima legge di bilancio un abbattimento del 50% dei contributi per chi assume i giovani, giudicato timido dalle imprese di Confindustria che sollecitano una misura shock per incentivare la buona occupazione, con una piena decontribuzione triennale.

Aumentano le ore lavorate, rientrano i cassintegrati
Tornando ai dai istat, è da notare che le ore lavorate complessivamente aumentano sia sul fronte congiunturale (+0,5%) che tendenziale (+1,4%), grazie alla ripresa che interessa le imprese dell'industria e dei servizi. Considerando che allo stesso tempo è diminuito il ricorso alla cassa integrazione, è presumibile che parte dei cassintegrati siano stati riassorbiti nel ciclo produttivo, anche se questo fenomeno non si riflette sui dati occupazionali. Sempre tra aprile e giugno continua a diminuire la disoccupazione - come era accaduto nei due trimestri precedenti- in questo caso sia nel confronto tendenziale con il 2016 che in quello congiunturale, anche se l'ultima rilevazione dell'istat su luglio evidenziava una ripresa della disoccupazione rispetto a giugno.

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