«Personalmente il colpo di fulmine nei confronti della Carta è scattato nel 1955: avevo solo 11 anni e la scuola mi portò a sentire una conferenza sulla Costituzione tenuta da Piero Calamandrei, uno dei suoi padri fondatori. Da allora ho coltivato questa passione, mi sono laureato in diritto costituzionale e l’ho insegnato all’Università». È tutto in questa confessione Felice Besostri, classe 1944, avvocato amministrativista, docente di diritto pubblico comparato ed ex senatore dei Ds. La sua fama? Tutta legata alle ultime leggi elettorali che lui ha cercato di affossare, una dopo l’altra, a suon di ricorsi.
Dal porcellum all’Italicum
Terminata la carriera di parlamentare, Besostri ha promosso dal 2007 una serie di ricorsi contro le leggi elettorali. Non solo Porcellum e Italicum. Besostri ha proposto ricorsi contro la legge elettorale per il Parlamento europeo, contro le leggi elettorali delle regioni Lombardia, Campania, Umbria, Sardegna e Puglia.
Ma sono le leggi elettorali nazionali le vittime illustri delle battaglie di Besostri. Dopo aver vinto la guerra anti-Porcellum durata la bellezza di ben 6 anni (iniziata nel 2008 e finita con la sentenza della Consulta di gennaio 2014), l’avvocato milanese ingaggia un nuovo scontro puntando sull’incostituzionalità anche dell’Italicum. La strategia processuale prescelta stavolta è quella di promuovere 23 ricorsi contro la legge elettorale presso altrettanti tribunali di città capoluogo di distretto di Corte d’Appello a partire dal novembre 2015. La questione preoccupava talmente palazzo Chigi, da aver costituito una sorta di unità di crisi centrale alla quale le avvocature dello Stato sul territorio hanno dovuto riferire in corso d’opera tutti i dettagli delle cause.
Ed è ancora battaglia
E non è ancora finita. Qualche giorno fa il giurista, a capo del Coordinamento degli Avvocati Antitalikum, ha annunciato una nuova iniziativa. «I cittadini italiani hanno diritto a votare con una legge elettorale che dia garanzie reali di rappresentanza democratica - incalza Besostri -. Dopo l’impasse sul Tedeschellum, con la bocciatura delle norme speciali e incostituzionali per il Trentino Alto Adige, si è profilata la paralisi anche per semplici norme di armonizzazione delle due leggi elettorali sopravvissute alle amputazioni della Corte». Da qui a fine novembre c’è teoricamente, per Besostri, il tempo utile per inviare nuovi ricorsi in Corte Costituzionale che siano esaminati e decisi prima delle elezioni del 2018. E vai con il nuovo ricorso.
© Riproduzione riservata