«Diversi attentati si sarebbero forse potuti evitare con una diversa collaborazione tra le intelligence. C'è una storica ritrosia alla condivisione piena di informazioni ma ciò renderebbe l'Unione europea più difendibile». Lo ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella parlando al vertice del “gruppo Arraiolos” di Malta.
Onere di tutti occuparsi dei campi Libia
Il capo dello Stato ha sottolineato che «la crisi siriana ha avuto impatto molto forte. I protagonisti nell'area erano altri ma le influenze della crisi si sono scaricate sull'Europa». Inevitabile, per Mattarella, «rendersi conto che non possiamo consegnare le chiavi ai trafficanti e che servono canali legali di ingresso sostenibili. E l'Italia sta facendo la sua parte, senza nessun aiuto - e lo dico senza nessuna “vis polemica” - cercando di governare in Libia il fenomeno». Il capo dello Stato ha detto, però, che «nessun Paese lo può fare in modo stabile e permanente».
E soprattutto non ci si deve dimenticare che «l'onere di occuparsi delle condizioni dei campi profughi è di tutti, anche delle organizzazioni internazionali».
Serve capacità comune della Ue
«Abbiamo avuto un confronto serrato e approfondito sulla sicurezza del Mediterraneo, che è essenziale per tutta l'Europa. E abbiamo preso atto dell'esigenza, sempre più intensa, di una collaborazione nella Difesa comune e nella lotta al terrorismo. Prevenire le crisi richiede una capacità univoca di movimento dell'Unione», ha sottolineato Mattarella nelle conclusioni del vertice del “gruppo Arraiolos” di Malta.
Italia sta facendo da sola sua parte
Dopo la chiusura di quella balcanica oggi «la rotta principale è quella dall'Africa.È inevitabile rendersi conto che non possiamo consegnare le chiavi della Ue ai trafficanti: servono canali legali sostenibili. E l'Italia sta facendo la sua parte, senza nessun aiuto, cercando di governare in Libia il fenomeno». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando a Malta al vertice di capi di Stato europei dedicato alla crisi dei migranti. «Stiamo cercando di farlo - ha detto - ma nessun Paese lo può fare in modo stabile e permanente».
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