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Boccia: «Potenziare la competitività dell’industria Ue e…

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la sfida della crescita

Boccia: «Potenziare la competitività dell’industria Ue e aumentare la produttività nel nostro Paese»

La questione industriale e lavoro, in Italia e in Europa. «Occorre potenziare la competitività dell'industria europea» e di pari passo anche nel nostro Paese «affrontando il tema della produttività, che non è una moda. È sulla produttività che ci giochiamo la competitività dell'Italia». Sono due temi che si incrociano e Vincenzo Boccia li ha affrontati a più riprese, prima al convegno organizzato dal Ppe, a Fiuggi, poi, in serata, alle Giornate del lavoro della Cgil, a Lecce, dove il presidente di Confindustria ha rilanciato il confronto con il sindacato «sulla questione industriale e su una visione di Paese che punti alla crescita, per allargare le occasioni di lavoro e realizzare il circolo virtuoso dell'economia» con più produttività, più salari, più occupazione.

«Dobbiamo costruire e condividere un salto di qualità», ha detto Boccia rivolto a sindacato e governo. E alla Cgil, con Susanna Camusso seduta in platea: «Si può fare un grande lavoro, forse è arrivato il momento di confrontarsi su una visione larga, ci sono idee comuni sulla politica industriale del Paese». È un percorso difficile, ha detto Boccia, ma possibile. «Il confronto tra Paesi non è sui salari nominali, si possono avere salari alti se c'è un'alta produttività. Con la moneta unica chi ha più produttività è come se avesse svalutato nei confronti del Paese più debole», ha continuato Boccia, dando atto che le imprese devono impegnarsi per crescere, investire, ed essere eccellenti in ogni funzione aziendale.

L'Italia deve andare avanti in questa strada, all'interno di un'Europa «pragmatica», che riesca a creare «campioni europei», con regole che «possano difendere la Ue rispetto al mondo esterno» e non un'Unione europea dove prevalgano i nazionalismi. Boccia ha ripreso alcuni passaggi degli interventi del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e del Commissario europeo per l'economia e la società digitale, Mariya Gabriel, che avevano parlato poco prima: «È importante – ha detto Boccia - che il Ppe ponga il tema della produzione, dell'occupazione e dei giovani. Ascoltare Tajani che affronta questioni economiche insieme al commissario Gabriel mi fa percepire che si indica una via riformatrice alla politica, vicina alla produzione e all'industria».

Boccia, nella tavola rotonda “Europa, crescita, società digitale e industria 4.0”, moderata dal direttore del Sole 24 ore, Guido Gentili, ha ripercorso alcune azioni importanti che Tajani, già dagli anni passati, ha realizzato a Bruxelles a favore dell'industria in qualità di Commissario: la direttiva late payment, che riguarda i pagamenti della Pubblica amministrazione, il focus su Europa e ruolo del Mediterraneo “geo-economico e geo-politico” e infine, oggi, la posizione del Parlamento europeo sulla concessione del ruolo di economia di mercato alla Cina. «Dobbiamo capire se davanti a questa nuova via della seta vogliamo realizzarla in modo unidirezionale, con la Cina che vende in Europa, mercato più ricco del mondo, o se vogliamo essere anche noi a vendere alla Cina», ha detto Boccia. Occorre una nuova governance europea «una grande identità europea, mentre oggi abbiamo identità nazionali che si sommano», con l'Italia che insieme a Francia e Germania abbia un ruolo da protagonista. E soprattutto il presidente di Confindustria ha sollecitato «coerenza» nelle azioni: «Non si può essere europeisti e poi fare il nazionalista a casa propria», ha detto Boccia riferendosi al caso Fincantieri-Stx e alla Francia. Per l'Europa è una sfida, così come lo è il lavoro, dei giovani in particolare. Il Commissario Gabriel ha affermato che l'innovazione digitale distruggerà posti di lavoro, ma sarà anche l'occasione per crearne di nuovi. Boccia ha rilanciato il piano di inclusione per i giovani, sia al convegno Ppe, sia al dibattito Cgil: «Se si finanzia la disoccupazione, non lo sviluppo, aumenta il deficit. Se si vuol dare valore al lavoro, attivando un piano shock, una delle priorità temporali può essere questa: si darebbe valore al lavoro, si aumenterebbe la competitività per le imprese in una logica premiale», ha detto Boccia dichiarandosi comunque disponibile al confronto. Sarà la politica a dover scegliere, in vista della prossima legge di bilancio: «Serve più politica, meno antipolitica. Una politica nobile, che abbia vision».

Ci vuole «Europa e consapevolezza» anche per il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che ha partecipato alla tavola rotonda a Fiuggi: «Dobbiamo decidere se vogliamo il protezionismo o abbracciare le sfide della globalizzazione, che Confagricoltura vuole fare proprie». E che l'innovazione digitale rende ancora più determinanti, come ha sottolineato Gina Nieri, consigliere di amministrazione Mediaset: «Occorre più Europa, oggi ci sono asimmetrie normative, occorre invece uniformità di regole per poter competere ad armi pari».

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