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Ceta in vigore: prosciutto di Parma e Parmigiano si chiameranno…

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l’accordo commerciale

Ceta in vigore: prosciutto di Parma e Parmigiano si chiameranno così anche in Canada

Da oggi si chiameranno Prosciutto di Parma e Parmigiano reggiano anche in Canada. Il 21 settembre entra infatti in vigore (anche se in via provvisoria) il Ceta, l’accordo commerciale di libero scambio firmato il 30 ottobre dell’anno scorso da Ue e Canada. In pratica saranno subito applicabili le clausole che impattano sulle materie di competenza europea come le misure non tariffarie e la tutela delle indicazioni geografiche, compresi 41 prodotti italiani: dall’aceto balsamico di Modena al cappero di Pantelleria fino appunto al prosciutto di Parma e al parmigiano reggiano.

La ratifica dell’accordo viaggia però al rilento in Italia, dopo il via libera della commissione Esteri del Senato prima della pausa estiva l’aula affronterà il voto del il Ceta il prossimo 26 settembre tra mille fibrillazioni.

Cosa prevede il Ceta e chi l’ha recepito
Il Comprehensive economic and trade agreement (Ceta) prevede tra le altre cose l'eliminazione dei dazi sulla maggior parte di beni e servizi e il mutuo riconoscimento della certificazione per una vasta gamma di prodotti. Il Canada aprirà il mercato degli appalti pubblici federali e municipali alle imprese europee (per lo stato nordamericano il mercato europeo è già accessibile). I fornitori europei di servizi avranno accesso al mercato canadese. Vengono tutelate anche 173 indicazioni geografiche europee, di cui 41 sono italiane. È il caso del Prosciutto di Parma che da domani, con il via ufficiale al Ceta potrà finalmente sbarcare sul mercato canadese utilizzando il proprio nome. Circostanza che finora era impedita alla celebre Dop italiana perché in Canda il marchio “Parma” è un marchio privato depositato da anni dalla società canadese Maple Leaf. Finora sono stati sei i Paesi che hanno già recepito l’accordo. Si tratta di Malta, Spagna, Lettonia, Danimarca, Repubblica Ceca e Croazia. Mentre il Parlamento portoghese dovrebbe dare il via libera tra oggi e domani.

La ratifica in Italia parte in salita al Senato
Il Ddl di ratifica del Ceta ha incassato il primo sì in commissione Esteri del Senato lo scorso 27 giugno con il sostegno di Pd, centristi e Forza Italia. Contrari invece M5S, Gal, Sinistra italiana e Lega. Il Ddl ora è atteso in aula il prossimo 26 settembre, ma la ratifica dell'accordo di libero scambio tra Ue e Canada rischia di non essere una formalità. Cresce in Parlamento, anche per le critiche che arrivano dall’esterno (tra i nemici del Ceta ci sono in particolare la Coldiretti e la Cgil), il fronte dei detrattori anche dentro lo stesso Pd e nelle fila di Forza Italia che ha dato il suo sostegno prima dell’estate in commissione. Tra i critici più forti anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. «Il Ceta è un grande risultato della politica commerciale europea e per l'Italia riveste un'importanza particolare», avverte Ivan Scalfarotto sottosegretario allo Sviluppo economico . «L’accordo comprende, infatti - ricorda Scalfaratto - , disposizioni vincolanti sul mantenimento di elevati standard ambientali e sociali e la più ampia liberalizzazione di linee tariffarie raggiunta nella storia dei negoziati commerciali dell’Ue. Per le nostre imprese sarà più agevole esportare in Canada e questo riguarderà tantissime piccole imprese dotate spesso di risorse finanziarie ridotte per poter affrontare i mercati esteri che, fino ad oggi, si sono confrontate non solo con i dazi ma con tante ostacoli di natura non tariffaria che caratterizzavano il mercato canadese». Il sottosegretario al Mise ricorda infine che per il nostro agroalimentare, il risultato con il Canada è «storico, visto che viene riconosciuto il concetto di indicazione geografica in un mercato che, tradizionalmente, è orientato alla sola tutela dei marchi registrati».

Cosa prevede l’entrata in vigore in via provvisoria
L'applicazione provvisoria, per prassi consolidata, nel caso di accordi misti quali il Ceta, verrà limitata essenzialmente alle materie che rientrano nella competenza Ue: dalla liberalizzazione di merci, servizi, appalti pubblici alle misure non tariffarie fino alla tutela delle indicazioni geografiche. Per contro, le parti dell’accordo per cui è stata definita la competenza a livello nazionale – delineata dal parere espresso la scorsa primavera dalla Corte di Giustizia europea sull’accordo con Singapore - entreranno in applicazione solo al termine della procedura di ratifica Ue e dei 28 Stati membri. In concreto, l'esclusione dall'applicazione provvisoria riguarderà, principalmente, la protezione degli investimenti, l'accesso al mercato per gli investimenti di portafoglio (mentre quello per gli investimenti diretti - gli Ide - essendo di competenza esclusiva Ue, sarà possibile già con l'applicazione provvisoria), la risoluzione delle controversie in materia di investimenti tra investitori e Stati, con il sistema delle corti. Infine, restano esclusi dall’applicazione provvisoria il capitolo sviluppo sostenibile e quello relativo a commercio e lavoro, nonché alle misure di difesa commerciale che rispetta la distribuzione delle competenze tra l’Unione e gli Stati membri.

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